Presentazione ufficiale

Regionali 2020, Massardo: «Le altre proposte sono stantie, io la novità per riportare la gente al voto»

Il segretario del Pd ligure disse che piuttosto che votare Sansa avrebbe votato Toti

Aristide Massardo

GenovaAristide Massardo, 66 anni, risponde agli appelli all’unità arrivati dal centrosinistra, dai cinquestelle e da alcuni dei suoi stessi sostenitori con una conferenza stampa in cui non solo ribadisce la volontà di candidarsi alla presidenza della Regione Liguria ma ripercorre, dal suo punto di vista, le tappe degli ultimi 9 mesi di trattative e stalli lanciando precise critiche a Pd e al M5S. «La novità è seduta a questo tavolo, le altre alternative sono un po’ stantie, noi vogliamo riportare a votare quelle persone che non votano più».

«Penso sia grave che persone che in Liguria non prendono un voto e sono state elette in Emilia o Piemonte decidano chi deve essere candidato dalla coalizione» – dice riferendosi al Partito Democratico nazionale che ha imposto a quello ligure il nome di Ferruccio Sansa. «A giugno in una riunione il segretario regionale del Pd disse che piuttosto che votare Sansa avrebbe votato Toti», ha detto Massardo (laconico il commento di Simone Farello: «Peccato che voterò Sansa, me ne sono state attribuite di ogni»).

Ma anche nei confronti dei pentastellati, l’ex preside della facoltà di Ingegneria, parla di delusione. «Ho incontrato Crimi a fine gennaio, gli esponenti del Movimento mi hanno sottoposto alla graticola e con loro ho sempre avuto un dialogo ottimo, poi sono virati su Sansa commissariando, di fatto, il loro capo».

Se si parla di sassolini nelle scarpe, Massardo che indossa un paio di mocassini senza calze, ne ha a chili. Nei confronti di chi l’ha definito Burlandiano («Vorrei ricordare il trattamento ricevuto da lui, Comanducci e Castellano sulla vicenda Erzelli»), di chi ha scritto che non è ambientalista («Sono titolare di una delle tre cattedre Unesco in Italia di energia sostenibile ed equa»), nei confronti di chi «pensa che tutti abbiano un codice a barre» e di chi lo ha definito «divisivo». Aristide Massardo dice: «Mi sono fatto avanti 9 mesi fa dicendo che l’unico modo per battere Toti era presentarsi uniti, non sono io che ho rotto la coalizione».

In queste ore il candidato, il quarto dopo Giovanni Toti, Alice Salvatore e Ferruccio Sansa, sta dialogando con le altre forze della coalizione che lo sostiene (Psi, +Europa, Italia Viva, Civici per il Nord Ovest) per pensare alle liste e alle candidature, anche alla luce delle novità che potrebbero essere introdotte nella legge elettorale (preferenza di genere e abolizione del listino). «L’obbiettivo sarà portare avanti un progetto “civico e riformista” – dice Massardo – che abbia una visione a lungo termine per la Liguria, una visione internazionale ed europea».

Una Liguria che non sia isolata, ma che punti sulle nuove tecnologie e sulla sostenibilità, una Liguria con una sanità ben strutturata «la prima cosa che farei da presidente sarebbe commissionare una due diligence a un’azienda terza per capire dove si sta sbagliando», una Liguria dove Regione e Università collaborino per creare opportunità di crescita e posti di lavoro. «Stiamo lavorando al completamento del programma, che non sarà un programma di titoli come quello che quegli altri avrebbero voluto farmi firmare», conclude.

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