Il caso

Piacenza, caserma dei carabinieri sotto sequestro e arresto militari. La prima indagine dell’ex procuratore aggiunto di Imperia Pradella

«Fatti gravi che non intaccano la fiducia nell'Arma»

Edmondo Bruti Liberati Grazia Pradella

Piacenza. «Fatti gravi che non intaccano la fiducia nell’Arma. Tutti gli illeciti più gravi sono stati commessi nel lockdown, con il più totale disprezzo dei decreti emanati dalla presidenza del consiglio. Solo un militare della caserma non è coinvolto. Faccio fatica a definire questi soggetti ‘carabinieri’ perché i comportamenti sono criminali. Non c’è nulla di lecito nei comportamenti». Sono le dichiarazioni, riportate sul sito “Libertà” del procuratore capo di Piacenza Grazia Pradella, fino a poche settimane fa procuratore aggiunto di Imperia, in merito al sequestro di una caserma dei carabinieri e all’arresto di almeno sei militari. I reati contestati andrebbero dallo spaccio, all’estorsione fino alla tortura.

E’ senza precedenti, l’inchiesta condotta dalla Procura di Piacenza sotto la guida del nuovo procuratore, che già a Imperia aveva seguito indagini delicate, come quella relativa alle cosiddette “autopsie fantasma”, che ha portato alla condanna del medico legale Simona Del Vecchio. Sempre Pradella aveva smantellato una coop nata per lucrare sulla pelle dei migranti, ridotti a vivere come bestie al solo scopo di far incassare ai gestori occulti i soldi dello Stato.

Le indagini hanno  portato all’emissione di diverse ordinanze di custodia cautelare per i militari di una caserma della Compagnia di Piacenza, alcuni si trovano in carcere, altri ai domiciliari.

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