Grande risultato

Triora, la scuola primaria “Ferraironi” terza classificata al concorso “Luce nel buio della Shoah”

Grazie al cortometraggio “A Creppo… paese amato”

Scuola Ferraironi di Triora

Triora. Un altro premio per la scuola Ferraironi di Triora. Anche in periodo di DAD, la scuola del piccolo borgo dell’entroterra imperiese, porta grandi risultati e soddisfazioni: 3^ classificati al concorso Luce nel buio della Shoah per le scuole di ogni genere e grado.

Il cortometraggio “A Creppo… paese amato”, realizzato dalla scuola primaria “Padre Francesco Ferraironi” di Triora, narra una piccola – grande storia rimasta a lungo quasi sconosciuta per il pudore ed il riserbo di chi l’ha vissuta. E’ quella di Marianne e Rolf Spier, due fratellini tedeschi di origine ebrea che durante la seconda guerra mondiale sfuggirono alla deportazione grazie al rifugio offerto loro dalla comunità contadina di Creppo ed in particolare dalla famiglia di Francesco, Celu, Moraldo.

Il premio nasce per mantenere viva la memoria di eventi che, durante gli anni della Shoah, hanno visto persone che nel clima di odio hanno scelto la solidarietà e la fraternità contribuendo fattivamente alla salvezza di chi in quel momento era oggetto delle persecuzioni razziali.

L’idea è nata a Mombaroccio (PU) perché proprio qui la famiglia Sarano è scampata alla Shoah grazie all’aiuto e alla solidarietà di alcune famiglie di Mombaroccio, del comandante tedesco Erich Eder e dei frati francescani del convento del Beato Sante. Ed è anche grazie a questo premio che si vuol onorare la memoria dei protagonisti di questi fatti.

Il premio si richiama alla Legge 20 luglio 2000, n. 211 e vuole offrire agli studenti:

– un’opportunità per valorizzare il proprio impegno sul fronte della memoria;
– un’occasione per sottolineare il ruolo della scuola verso le tematiche della Shoah;
– un’occasione per riflettere sul ruolo dei Giusti nella storia.

Il premio è stato definito dal comitato organizzativo e dal comitato d’onore cui fanno parte un rappresentante delle famiglie Sarano, Eder, Ciaffoni e Perazzini: «Il racconto di un avvenimento è più importante dell’avvenimento stesso (A. Sarano)».

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