Il caso

Sanremo, lo scambio di denaro non era una mazzetta. Assolto in Appello dipendente comunale

Prosciolto con formula piena Alessio Crocetta, all'epoca dei fatti funzionario dell'ufficio Tecnico. Assolto anche l'architetto Ennio Scarella

alessio crocetta

Sanremo. E’ stato assolto con formula piena dalla corte d’Appello di Genova il dipendente dell’Ufficio Tecnico di Palazzo Bellevue Alessio Crocetta, accusato di aver intascato una presunta mazzetta di 150 euro per “agevolare sistematicamente” le pratiche di alcuni professionisti della zona, in particolare quelle dell’architetto sanremese Ennio Scarella.

Entrambi processati dal tribunale di Imperia e in primo grado condannati (il funzionario a un anno mentre il professionista a otto mesi), ieri si sono rivisti riabilitare dalla giustizia, a cinque anni di distanza dall’inizio delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza e coordinate dal pm Alessandro Bogliolo.

Secondo i magistrati del capoluogo regionale, l’ex responsabile dello Sportello Unico per l’edilizia (che era stato sospeso dal Comune in seguito alla condanna ricevuta in primo grado), non ha intascato somme di denaro per facilitare lo svolgimento di alcune pratiche dell’amico architetto (difeso dall’avvocato Alessandro Sindoni), nonostante le telecamere delle Fiamme Gialle avessero immortalato il passaggio di un bustarella. In pratica, se il passaggio di denaro è inconfutabile, l’accusa sorretta dal procuratore generale – ieri mattina assente nel momento della lettura della sentenza – non è riuscita a dimostrare che i soldi fossero destinati a corrompere il funzionario pubblico.

Crocetta, per mezzo del proprio legale l’avvocato Andrea Artioli, ha già chiesto all’amministrazione comunale di poter essere riammesso in servizio. «Vista la correttezza del comportamento umano e formale avuta da parte del municipio nella vicenda, ci limitiamo a chiedere un celere reinserimento del mio assistito. Non è nostra intenzione chiedere alcun risarcimento», commenta Artioli.

Nell’indagine della finanza era stato coinvolto anche un terzo soggetto, il ristoratore Ivano Amatobene, che era stato intercettato in un’inchiesta antecedente a quella terminata ieri (salvo ricorsi della procura in Cassazione), mentre prometteva al proprietario di un immobile abusivo di essere in grado, con una mazzetta di 15 mila euro, di convincere il Crocetta a sanare una villetta finita sotto sequestro. Per Amatobene ieri i giudici hanno deciso di ridurre la pena precedentemente inflitta per traffico illecito di influenze da due anni a uno.

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