Il caso

L’ex candidato sindaco di Sanremo e Imperia Carlo Carpi ancora in carcere. L’avvocato: «Dategli i domiciliari»

L'attivista politico genovese sta scontando una condanna ad 1 anno e 10 mesi di reclusione per i reati di calunnia, stalking e diffamazione

carlo carpi candidato sindaco

Sanremo. Si trova ancora in carcere presso la casa circondariale di Genova Marassi l’ex candidato sindaco Carlo Carpi, genovese, imprenditore e attivista politico.

Carpi – che si era presentato con una lista civica sia a Sanremo che a Imperia, ottenendo una manciata di voti – sta scontando una condanna ad 1 anno e 10 mesi di reclusione per i reati di calunnia, stalking e diffamazione e si è già visto respingere più volte tutte le richieste di misure alternative alla detenzione che sono state presentate.

«Lunedì 8 Giugno scorso – spiega il suo avvocato Marco Mensi – ha presentato al magistrato di sorveglianza di Genova una nuova richiesta di detenzione domiciliare secondo quanto previsto dall’art. 123 L. n. 27 del 29/0472020 (cd. “Cura Italia”) ed in subordine secondo quanto previsto dall’ art. 1 L. 199/2010 (cd.”svuota carceri”).

Si precisa infatti che sono venuti a cadere i presupposti in base ai quali l’ Autorità Giudiziaria ha sempre negato la detenzione domiciliare al mio assistito, recentemente infatti il Tribunale di Sorveglianza di Genova (in data 3/06/2020) ha annullato il decreto del magistrato di sorveglianza che disponeva la proroga della cd. “censura della posta” nei confronti del Carpi, poiché emesso in violazione di legge e quindi illegittimo.

Il Carpi era stato infatti colpito dalla censura della posta durante lo scorso autunno con un provvedimento in scadenza in data 12 marzo 2020 che è stato prorogato dal magistrato in assenza dei requisiti di legge, ovvero d’ ufficio e cioè in mancanza di una richiesta espressa da parte del Pubblico Ministero o del Direttore della Casa Circondariale come espressamente previsto.

Ne deriva che oggi il Carpi è libero di comunicare con chiunque e che per quasi tre mesi (dal 12 marzo al 3 giugno) è stato limitato nei suoi diritti da un provvedimento illegittimo.

In secondo luogo è venuto altresì meno il secondo motivo che induceva i magistrati a negare al mio assistito le misure alternative alla detenzione, ovvero il fatto che Carlo fosse affetto da una patologia psichiatrica che doveva essere curata presso il centro di salute mentale, poiché in caso contrario avrebbe potuto reiterare i reati per cui è stato condannato.

Tale diagnosi è stata infatti resa dallo psicologo penitenziario ma poi smentita proprio da coloro che avrebbero dovuto prendere in cura il Carpi, ovvero il direttore della ASL 3 di Genova dottor Marco Vaggi e dal dottor Gianfranco Nuvoli, responsabile della equipe psichiatrica in servizio presso il carcere di Marassi.

Il dottor Nuvoli ha infatti escluso tassativamente che il mio assistito sia affetto da problemi psichiatrici rifiutando la sua presa in carico da parte del CSM poiché non necessiterebbe di alcuna cura, in quanto soggetto perfettamente sano.

Mi auguro quindi che il Carpi possa terminare di scontare la sua pena in detenzione domiciliare, anche alla luce della grave pandemia che purtroppo è ancora in corso ed a causa delle quale il pericolo di contagio all’ interno delle carceri è sempre alto».

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