Il reportage

La Francia riapre le frontiere, a Mentone il (lento) ritorno degli italiani

Non serve l'autocertificazione: finisce l'incubo per migliaia di frontalieri

Mentone. C’è chi è subito corso in Francia, per fare acquisti e passeggiate, e c’è chi ancora non lo ha fatto ed è atteso dai commercianti. Per la prima cittadina francese dopo il confine con l’Italia, il 15 giugno è una data più importante che altrove: riapre la frontiera, ritornano i turisti.

Di italiani a Mentone ancora se ne vedono pochi, ma quelli che si incontrano sono felici: abitano a Ventimiglia o nelle città limitrofe e da tre mesi non potevano percorrere quei pochi chilometri che li separavano dalla cittadina dei limoni.

«Gli italiani sono mancati molto – dichiara la dipendente di un negozio di alimentari nel cuore dell’isola pedonale -. Oggi qualche cliente è tornato, speriamo che ne arrivino altri presto». Sono stati tre mesi difficili, sia per chi, come anche in Italia, è stato costretto a chiudere la propria attività, sia per chi ha continuato a recarsi al lavoro e lo ha fatto tra mille difficoltà. Soprattutto i tanti frontalieri, che dall’Italia ogni giorno si sono recati in Francia, lo hanno fatto vivendo molto spesso una vera e propria odissea, tra code chilometriche, autocertificazioni sempre nuove e la minaccia di perdere il proprio posto di lavoro a causa dei ritardi.

Oggi quell’incubo è finito: «Non ci hanno chiesto nulla – dicono alcuni frontalieri -. Siamo passati veloci a Ponte San Ludovico».

A Mentone, così come nel resto della Francia, non è obbligatorio indossare le mascherine quando si è all’aperto. Protezione individuali sono invece richieste all’interno dei negozi (ma non in tutti). Al chiuso valgono soprattutto le regole di distanziamento e l’utilizzo di gel igienizzanti forniti dagli esercenti.

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