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Grazia Pradella lascia Imperia, è procuratore capo a Piacenza

Indagò sulla strage di Piazza Fontana. A Imperia ha lavorato sei anni

Imperia. Saluta la Procura di Imperia Grazia Pradella, 58 anni, procuratore aggiunto nel capoluogo del Ponente ligure, che dal 25 giugno ricoprirà il ruolo di procuratore capo di Piacenza, dopo che lo scorso 21 gennaio era stata proposta per il prestigioso ruolo all’unanimità dalla Commissione del Consiglio superiore della magistratura (Csm).

A Imperia, Grazia Pradella era giunta sei anni fa con sulle spalle un bagaglio importante di esperienze lavorative, che non sempre hanno influito in modo positivo sul piano personale tanto che, a causa delle sue inchieste su temi pericolosi, per lungo tempo ha ricevuto minacce quotidiane che l’hanno portata a diventare, suo malgrado, tra i magistrati più scortati d’Italia.

Diventata magistrato giovanissima (a soli 23 anni), la Pradella ha seguito, da sostituto procuratore al Tribunale di Milano, la nuova e ultima inchiesta sulla strage di piazza Fontana, quella del 1995. Attraverso le sue indagini, il magistrato scoprì che la velina che indicava i responsabili della strage nel gruppo anarchico del Ponte della Ghisolfa era completamente artefatta. «Per questo sia io che il collega Massimo Meroni che il procuratore Francesco Saverio Borrelli – ci aveva raccontato Grazia Pradella in occasione del cinquantesimo anniversario della strage – avevamo posto molta speranza nella ricerca e nella perquisizione di quello che è stato chiamato “archivio parallelo di Federico Umberto D’Amato e Silvano Russo Manno”, che erano rispettivamente il capo e il vice capo dell’ufficio Affari Riservati e poi del Sid. Era un archivio dove vi erano migliaia di veline, che raccoglievano anche fatti di minore importanza, tutte fascicolate giorno per giorno. Ma quando arrivammo al mese di dicembre, con grande delusione, scoprimmo che mancavano i fascicoli dal 12 dicembre, giorno della strage, al 16 dicembre, cioè il giorno della morte di Pinelli. Quindi mancavano per noi gli atti ritenuti fondamentali e questo fu un motivo di forte delusione e di rallentamento delle indagini».

Proprio per questa inchiesta al giovane magistrato viene assegnata la scorta, che le è stata tolta, dopo oltre vent’anni, solo nel 2019, nonostante un furto dalle modalità inquietanti (le vennero rubati i gioielli e alcuni fascicoli, ma non i contanti) e un’intrusione, di cui non si conoscono gli autori, nel suo appartamento imperiese. Per ridarle la scorta, Giovanni Impastato e il Centro Impastato Sanremo hanno creato una petizione online su change.org che ha raccolto oltre 60mila firme.

Tra le altre inchieste del magistrato, vanno ricordate quelle sul terrorismo internazionale, sui servizi segreti deviati e sull’ex primario di quella che è passata alla storia come “la clinica degli orrori”: Pier Paolo Brega Massone, condannato nell’ottobre del 2010 a 15 anni e mezzo di carcere per aver eseguito operazioni inutili su pazienti della clinica medica di Santa Rita a Milano con il solo fine di pagamento da parte dello Stato italiano.

A Imperia Grazia Pradella ha svolto indagini importante, tra cui quella sull’esplosione, avvenuta il 2 novembre 2015, della sala giochi “Eurobet” di via del Collegio nel capoluogo di provincia in cui morirono due cugini albanesi: Albert Jakupaj, di 19 anni e Aranit Isamajlukaj, 29 anni. E poi ancora l’inchiesta sulle autopsie fantasma, con al centro la dottoressa Simona Del Vecchio, condannata per i reati di falso, truffa e peculato a 6 anni e 6 mesi in primo grado, con pena ridotta in appello a 2 anni e 11 mesi.

Sempre da Imperia è partita l’operazione Patroclo che ha portato all’arresto dei soci occulti della cooperativa Caribu, con sede a Cuneo, che gestiva due centri di accoglienza per migranti in attesa di protezione a Vallecrosia e Sanremo: gli stranieri “accolti” e trattati come bestie servivano agli indagati soltanto per fare soldi, ai danni dello Stato.

Nonostante il grande impegno in Procura, il magistrato ha sempre trovato tempo da dedicare agli studenti e ai Martedì Letterari del Casinò di Sanremo per lezioni di legalità.

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