Il caso

Claudio Scajola duro su Rivieracqua: «E’ un bidone, se una cosa non funziona si cambia»

«Ora abbiamo la pista ciclabile, sarei un criminale se sotto la pista non ci facessi passare un tubo dell’acqua. Rivieracqua non lo fa? Io ce lo metto»

Guasto tubo rotto San Martino Sanremo 31 agosto 2014

Rivieracqua. «Rivieracqua in questi anni in cui ha vissuto ha accumulato 7 milioni di debiti, di cui quasi la metà di spese legali, Non è in grado di fare investimenti né di mantenere la rete che c’è e allora dobbiamo pensare ad una società mista, che sia per azioni dove ci sia la parte pubblica maggioritaria, che dia l’indirizzo, che dia il controllo, e una parte privata che faccia gli investimenti mettendo il capitale, mettendo i soldi che nessun altro potrebbe mettere almeno che non volessimo far volare le tariffe dell’acqua che pagano i cittadini. Questo è quello che ho detto due anni fa alla conferenza dei sindaci. Si è andati pervicacemente in avanti in maniera diversa. Non capisco questo incaponimento: se una cosa non funziona, la cambi». E’ categorico il sindaco Scajola sulla questione dell’acqua: «Quello che mi interessa, da amministratore, è garantire l’approvvigionamento». A fronte delle notizie trapelate sulla situazione drammatica in cui versa l’acquedotto e sulla concreta possibilità, come sottolineato da un documento redatto dall’Unità di crisi, che l’intera provincia di Imperia rischi di rimanere con i rubinetti a secco, l’unica soluzione praticabile è trovare capitale: «E l’unico che può mettercelo è il privato».

Sulla società consortile a capitale pubblico nata per gestire l’Ato idrico provinciale, Scajola aggiunge: «Non posso che confermare il mio giudizio: Rivieracqua è un bidone, è nato un bidone e lo è ancora. Ho visto che qualcuno dice: “ma nel 2012 Scajola c’era”. Io nel 2012 ero sicuramente nato, ero sicuramente vivo, ma come è noto da due anni fino al 2018 non mi interessavo di politica e di amministrazione. Se Rivieracqua non ha possibilità di poter fare investimenti, e non solo, di non poter fare neanche manutenzione, bisogna che lasci ad altri, a chi può fare investimenti. Sapete chi sta dando l’acqua a Sanremo? Imperia».

Il sindaco ha poi fatto un quadro della situazione, che vede il Roja 1, l’acquedotto che da Roverino va a Sanremo chiuso perché colabrodo. E il Roja 2 che corre via mare e da Roverino si collega a Imperia (che ne è proprietaria), che serve anche Sanremo da Capo Verde, dove i due acquedotti si incrociano..

«Noi da tempo diciamo che dobbiamo fare un investimento forte sull’acqua, ma non soltanto per mettere in sicurezza l’acquedotto che arriva da Ponente – ha detto – ma per cercare anche nuove forme di approvvigionamenti. Abbiamo già un acquedotto che facemmo nella crisi idrica degli anni Novanta che da Imperia arriva a Pieve di Teco. Nel foro pilota della Armo-Canterana passa un fiume. Dobbiamo andarci a prendere anche quell’acqua, che oltre che essere buona arriva per caduta, non costa di pompaggio, che voi sapete è uno dei costi più grossi».

E ancora: «Ora abbiamo la pista ciclabile, sarei un criminale se sotto la pista che parte dal Primo e arriva a Diano Marina non ci facessi passare un tubo dell’acqua che oggi costerebbe cinque volte meno che se dovessi farla passare sotto le strade con tutte le interferenze che abbiamo. Quindi se quel tubo Rivieracqua ha i mezzi finanziari per mettercelo, come ho chiesto, ce lo metta, siccome non ha i mezzi finanziari per mettercelo e non lo vuole mettere, io quel tubo ce lo metto, lo stesso. Qualunque cosa altri possano dire, io non mi assumo la responsabilità di perdere una possibilità come questa».

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