Emergenza coronavirus

Centri estivi in Liguria per bimbi dai 0 ai 3 anni, l’educatrice Margherita: «No alla riapertura»

«Anche per me l'eventuale apertura potrebbe avere risvolti economici positivi. Ma questa positività a che prezzo?»

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Imperia. L’educatrice Margherita scrive una lettera per dare il suo punto di vista sui centri estivi dai 0 ai 3 anni dopo aver letto le dichiarazioni, pubblicate sul nostro giornale, di un’educatrice di un nido privato:

«Sono un’educatrice di un nido Ligure dipendente di cooperativa, la mia situazione economica è molto precaria in quanto al momento sono in cassa integrazione ma purtroppo ancora per poco, quindi anche per me l’eventuale apertura potrebbe avere risvolti economici positivi.

Ma questa positività a che prezzo? Anzitutto, puntualizzo che, da indagine fatta sul mio servizio, la richiesta delle famiglie è bassissima, molti hanno timore e preferiscono aspettare settembre per vedere come evolve la situazione.
Sulle linee guida, concordo con la collega che non esistono e la dove vi è un accenno, sono davvero inadatte per servizi 0/3 .

Tralasciando il benessere psicofisico dei bambini dei quali, si è capito, non interessare a nessuno ,desidero porre l’accento sul rischio sanitario a cui ogni giorno saremo esposte noi e i nostri familiari. Per prevenire i contagi, dal governo e dalle varie cabine di regia, si raccomanda il distanziamento che è impossibile nello 0/3. Oltre ad avere continui contatti ravvicinati con bimbi si avranno contatti ravvicinati anche con le famiglie perché è impensabile, con bimbi così piccoli, immaginare scenari differenti.

Non avendo scelto una professione sanitaria e quindi non avendo accettato di mettere a rischio epidemiologico la mia vita e quella della mia famiglia desidero sapere chi si farà carico di eventuali contagi derivanti dal mio operato di educatrice. Il patto di corresponsabilità che educatori e famiglie dovrebbero firmare è davvero inaccettabile e troppo comodo per chi da una redditizia poltrona firma ordinanze sulla pelle degli altri. Non è il momento di aprire allo 0/3 perché ancora non ci son dati così confortanti da poter minimizzare i rischi, inoltre le strutture, chiuse da 4 mesi non son state adeguate.

Ribadisco il concetto che se a settembre, le scuole riapriranno con mille imposizioni e attenzioni, non è possibile che lo si possa fare ora, con tanta leggerezza. Auspico che i sindacati che per antonomasia devono tutelare i lavoratori, facciano in modo che il rischio biologico a cui saremo sottoposte quotidianamente in caso di apertura, venga riconosciuto e tutelato. Invece di effettuare aperture improvvisate si dovrebbe lavorare con coscienza e responsabilità ad aperture oculate e tutelando la salute di tutti».

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