La campagna social

Giornata Internazionale dell’Ostetrica, professioniste in difesa delle donne: «L’assistenza ospedaliera è insufficiente»

«Celebrare, dimostrare, mobilitare, unire: il nostro momento è ora. Chiediamo alle donne di sostenerci postando foto, sul proprio profilo, il 5 maggio, che le ritraggano, con hashtag #ostetricheperledonneorapiuchemai #IDM2020»

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- Foto d'Archivio

Genova. «Molto probabilmente, le prime mani che ti hanno toccato, sono quelle di un’ostetrica. Il momento attuale, in base ai dati scientifici raccolti, ci dimostra che l’assistenza ospedaliera è insufficiente e che va implementata, attraverso un servizio territoriale, che porti le ostetriche fin dentro le case delle donne e dei neonati che assistono. Vogliamo così cogliere l’occasione del 5 maggio, Giornata Internazionale dell’Ostetrica, proprio per promuovere tale implementazione, al fine di offrire una migliore qualità di cure, nel pieno rispetto del diritto universale di salute delle donne nelle varie età e dei neonati» – fanno sapere le ostetriche liguri e nazionali.

«Chiediamo alle donne, alle loro famiglie e alle persone che sostengono la presenza delle ostetriche, di essere attive e di sostenerci, attraverso la campagna social promossa dalla Confederazione Internazionale delle Ostetriche, postando foto, sul proprio profilo, il 5 maggio, che le/li ritraggano, anche con i loro bimbi, se lo desiderano, con gli hashtag #ostetricheperledonneorapiuchemai #IDM2020.
A tali hashtag è possibile aggiungerne, altri due, se le donne ne vogliono fare uso: #perfarsentirelatuavoce #ioringraziolamiaostetrica (tag con il nome dell’ostetrica).

Inoltre sarà possibile anche utilizzare immagini e banner dedicati al 5 maggio, presenti sul sito FB, in un post apposito che sarà pubblicato sulla pagina https://www.facebook.com/OstetricheDonnePerDonne, a breve, sempre accompagnandoli con gli hasthag sopra menzionati. Saranno molto graditi anche dei video, che raccoglieremo nella nostra pagina, dove le persone interessate esprimano una frase a sostegno dell’ostetrica. Noi ostetriche ci mostreremo, allo stesso modo, indossando una mascherina rossa, oppure abbigliamento contenente del rosso, perché il rosso è il colore che abbiamo scelto come linea d’unione.

Il 5 maggio è dedicato all’Ostetrica e lo stesso 2020 è dedicato a tale professione, assieme a quella dell’infermiere. L’attuale pandemia ha portato a numerose riflessioni, proprio sull’importanza delle professioni sanitarie, ma, nonostante si nasca anche ai tempi del Coronavirus e nonostante le donne si ammalino anche in gravidanza ( e ad assisterle ci siano le ostetriche), la nostra professione è stata messa in un angolo, più stretto, rispetto a quello già occupato.

Il RCOG, associazione inglese molto importante, nell’ambito della salute femminile, suggerisce alle donne di farsi assistere da ostetriche anche sul territorio, date le competenze specifiche ed appropriate, nella gestione di gravidanza, parto e neonato, ancor di più oggi. Le società scientifiche italiane SISOGN e SYRIO, sostengono le stesse indicazioni e chiedono agli organi di Governo ai vari livelli, nonché ai gestori delle aziende sanitarie, di metterle in atto “nella piena consapevolezza della situazione di particolare emergenza”, arruolando ostetriche “(care givers appropriate nel percorso nascita) attraverso graduatorie concorsuali aperte” ed anche avvalendosi di libere professioniste e di associazioni territoriali, perché, ad oggi, l’ospedalizzazione, se necessaria, va ridotta ai minimi termini, favorendo dimissioni precoci e assistenza domiciliare.

Anche la FNOPO, ente la cui finalità è il perseguimento dell’interesse pubblico ed assume il ruolo di rappresentanza della professione ostetrica, fa richiesta di implementazione. Diverse associazioni italiane e non solo, sostengono la posizione di OVO Italia, Ciao Lapo e La Goccia Magica, che rimarcano proprio quanto sia importante un’assistenza rispettosa alla maternità e alla nascita, per garantire i migliori esiti di salute, come sostenuto dall’OMS. Sottolineano inoltre, l’importanza di settings assistenziali coerenti, basati su evidenze scientifiche e non differenziati in base a decisioni locali» – spiegano.

«In conclusione, i servizi ostetrici necessitano di essere implementati, perché è possibile fornire una buona assistenza, anche in questo periodo, ma non stanti le condizioni di carenza di personale attuali. Terminato l’attuale emergenza sanitaria causata dal SARS-CoV, sarà comunque necessario intervenire sull’implementazione della figura ostetrica in ambito sanitario, per far si che siano presenti nei luoghi dove dovrebbero già essere, come negli ambulatori della gravidanza fisiologica, che stentano a partire.

Nel 2019 eravamo presenti su tutto il territorio italiano, con oltre 50 località coinvolte, ma la pandemia ci impedisce di organizzare eventi che implichino la presenza di più persone contemporaneamente. Pertanto, per l’anno in corso, saremo presenti a livello mediatico ed ora più che mai, abbiamo bisogno del supporto delle donne, perché, assieme a noi, ai loro partners e alle loro famiglie, levino la loro voce, per richiedere il pieno rispetto dei loro diritti di salute e di quelli dei loro figli» – concludono.

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