Il caso

Ventimiglia, tra code in frontiera, treni sopressi e multe: è odissea per i frontalieri

Il valico di ponte san Luigi resta chiuso. Quaranta minuti di attesa per i lavoratori a San Ludovico

coda frontiera Ventimiglia

Ventimiglia. E’ stata una vera e propria odissea quella vissuta dai frontalieri italiani stamani per raggiungere il proprio posto di lavoro in Francia. Con un solo valico di frontiera aperto, quello di ponte san Ludovico, e l’unico treno diretto in Francia soppresso all’ultimo minuto, recarsi nella Costa Azzurra francese è stato tutt’altro che semplice. Chi ha perso il treno, in particolare, ha dovuto fare una corsa contro il tempo per salire a bordo del bus proveniente da Tenda, con fermata a Ventimiglia, «ma si è ritrovato con una ammenda in frontiera», come spiega Roberto Parodi, segretario dell’associazione FAI frontalieri.

Un lavoratore, infatti, è stato sanzionato con «una multa di 500 euro perché nell’autocertificazione, firmata dal datore di lavoro, mancava il timbro. Non è stato tenuto conto che il datore di lavoro era un privato, non un’impresa, e quindi del timbro era sprovvisto», dichiara Parodi. «Non c’è stato nulla da fare – aggiunge – Nonostante le spiegazioni del frontaliere, la polizia francese non ha voluto sentire ragioni».

A causa dei controlli, a ponte san Ludovico si registrano code chilometriche. «Ancora questa mattina abbiamo fatto richiesta sia al prefetto francese che al nostro italiano di prendere in considerazione di riaprire la frontiera di Ponte san Luigi – dichiara Roberto Parodi -. Ogni giorno cresce il numero dei lavoratori che si recano a lavorare a Monaco e in vista del deconfinamento del 4 maggio del principato il numero di frontalieri si quadruplicherà e si può immaginare i tempi di attesa per attraversare la frontiera. Questa mattina si è arrivati a 40 minuti di attesa».

 

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