La lettera

Stefano Sciandra: «Un grazie alla task force a sostegno della Rsa Orengo-Demora»

Il giornalista e alpinista ha il padre ricoverato nella struttura e non lo vede da due mesi

casa di riposo borgomaro

Borgomaro. Stefano Sciandra, il giornalista-alpinista di Imperia che aveva denunciato la situazione di estremo disagio che si stava vivendo nella casa di riposo “Orengo-De Mora” di Borgomaro a causa dell’epidemia di coronoavirus, ringrazia con una lettera la Protezione civile, i volontari il personale della struttura per lo sforzo che sta compiendo.

«Nella giornata di venerdì 10 aprile -scrive Sciandra  –  avevo tramesso una lettera aperta inerente alla drammatica situazione creatasi presso la casa di Riposo Orengo-Demora a Borgomaro, presso la quale è anche ricoverato mio padre Romano. A distanza di qualche giorno la situazione presso la struttura è migliorata grazie al sostegno della Protezione Civile. Nel ringraziare per la sensibilità dimostrata i colleghi giornalisti con i quali per tanti anni ho lavorato prima di intraprendere un percorso da alpinista a tempo pieno, rinnovo il mio sentimento di affetto a Sorina, che è ormai voce all’interno della Rsa e che con puntualità aggiorna in merito alle condizioni degli ospiti, e mi unisco al ringraziamento degli stessi pperatori e delle operatrici Oss per il grande contributo offerto dalla task force della Protezione Civile composta da medici e infermieri che stanno dando il loro importantissimo supporto in questa drammatica situazione portando quella umanità e quella dignità che noi familiari, costretti a casa, non possiamo fornire. Dalla giornata di Pasqua sono state anche ripristinate le video chiamate, e per questo un grazie enorme va a Brunella, Antonella e a coloro che nei limiti della situazione si adoperano per metterci in contatto con i nostri cari. Resta il dolore immenso per la lontananza, da due mesi come accade ovunque, non posso vedere mio padre, e quei pochi minuti di contatto attraverso lo schermo di uno smartphone, per quanto siano laceranti. sono l’unico conforto che spero arrivi anche a lui che versa in condizioni molto gravi come agli altri ospiti. Questa tragedia resterà dentro di me ugualmente a coloro che in ogni angolo del Paese la stanno vivendo. E’ una flebile fiamma di una candela che si sta spegnendo, un abbraccio agli anziani di tutte le RSA che stanno sopportando tutto ciò, per le riflessioni su questo virus ci sarà tempo, anche se temo che per quanto mi riguarda accadrà presto».

 

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