Emergenza

Settore dell’abbigliamento in crisi: negozi chiusi e shopping online limitato

Le misure per contenere il dilagarsi dell’epidemia da coronavirus stanno portando a perdite economiche incalcolabili

Il comparto del tessile e quello abbigliamento stanno risentendo, come molti altri settori, dell’emergenza in corso dovuta al Coronavirus. La chiusura dei punti vendita e delle fabbriche voluta dal Governo per contenere il dilagarsi dell’epidemia sta portando a perdite economiche incalcolabili. Intanto nei soli mesi di gennaio e febbraio le perdite del comparto accertate sono del -1,8%, anche se i dati reali sembrano indicare cifre ben più alte. Una situazione critica che non toccava questi livelli dal 2009 e che sta creando una condizione molto pericolosa, visto che il tessile occupa un posto di primo piano tra i rami industriali produttivi italiani.

Perché l’abbigliamento è penalizzato

A spiegare per quale ragione il tessile risulta particolarmente penalizzato è proprio il Gruppo OVS, che fa notare come questo ramo industriale non possa assolutamente permettersi, più di altri, di sospendere l’approvvigionamento dei materiali per la lavorazione. Infatti, mentre alcune aziende, come quelle attive nel settore del turismo e della ristorazione, possono rinviare l’acquisto dei beni di prima necessità, il tessile deve avere disponibile tutto ciò che serve per realizzare i capi d’abbigliamento della nuova stagione primavera/estate o si troverà penalizzato alla ripartenza. Ciò mette a rischio soprattutto le piccole imprese che, non potendo contare sulle vendite, non hanno i soldi per pagare la merce neanche dilazionando ulteriormente le tratte. Per le grandi aziende, come la stessa OVS, che possono sostenere queste spese grazie a linee di credito consistenti, il problema si pone in maniera meno invasiva. Per le piccole realtà, invece, a meno che non venga decretato lo stato di crisi del comparto e stanziato un fondo di sostegno a costo zero, si configura la reale possibilità del fallimento.

Le nuove misure frenano gli acquisti online

Intanto le nuove misure governative stanno frenando anche lo shopping online, che invece era partito molto bene. Infatti in una prima fase quella di vendere in rete si era prefigurata come una soluzione ottima per rimanere sul mercato, sia pure in dimensione più contenuta. E ciò perché gli italiani hanno iniziato subito a fare acquisti sul web appena si sono trovati chiusi in casa. Ma ora lo shopping online viene frenato dalle nuove disposizioni governative, che hanno bloccato non solo la produzione, ma anche l’accesso alle scorte e alcuni servizi di trasporto merci. Se ad esempio si volesse acquistare una delle borse di marca in esposizione su un sito come YOOX, la merce verrebbe consegnata solo al momento della riapertura dei magazzini. Questo blocco riguarda sempre più realtà che operano nel settore del retail, le quali stanno avendo parecchi problemi a distribuire i beni. È pur vero che molte grandi aziende stanno riconvertendo le loro fabbriche per realizzare mascherine e camici ospedalieri, ma ciò non toglie che vengono a mancare le rendite generate dalle vendite che, per tutte le più piccole, servono a pagare sia la materia prima che gli stipendi.

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