Le celebrazioni

Festa della Liberazione, Toti: «Traghettare Paese fuori da questo momento buio come 75 anni fa»

«Il coronavirus non piegherà il nostro paese come non l'ha piegato la dittatura», ha dichiarato il presidente di Regione Liguria

Genova. «Su questo palco è come se la storia si fosse fermata. È il primo teatro che riapre sia pure con le necessarie regole di sicurezza. Non potevamo lasciare che Genova e la Liguria trascorressero un 25 aprile, cui hanno dato un contributo straordinario di umanità, generosità e sangue, senza celebrarlo. Lo celebriamo nelle case e in famiglia, separati fisicamente ma forse più uniti che mai nei valori, perché non credo che l’Italia abbia mai vissuto un momento simile».

Lo ha detto il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti prima dell’inizio del Concerto della Libertà al Carlo Felice.

«Il coronavirus è tornato a infierire su quella generazione che ha fatto il 25 aprile e ci ha regalato questa libertà – ha proseguito – come se fosse una sorta di crudele nemesi storica. Ma oggi celebriamo questa giornata anche perché speriamo tutti che si chiuda una storia e se ne apra una diversa, ed è la ragione per cui vogliamo che la musica oggi accompagni con la sua armonia la nostra ripartenza.

Ciò che abbiamo vissuto in questi due mesi, sia pure non paragonabile per storia e per dolore, non è poi così lontano da quei giorni di 75 anni fa: è una storia che ha unito il paese e questo è un momento importante per dimostrare che siamo degni della storia che abbiamo ereditato, di questo grande paese e del sacrificio che hanno fatto i suoi cittadini e lavoratori. Dobbiamo essere capaci di traghettare come allora l’Italia dalle macerie del 25 aprile, in cui finiva un periodo così buio, a qualche cosa di nuovo e di grande. Il coronavirus non piegherà il nostro paese come non l’ha piegato la dittatura.

Lunedì partiranno alcune misure molto attente e scrupolose per dare un po’ di fiato alla nostra economia e alla nostra vita – ha detto Toti a margine della cerimonia al Ponte monumentale, prima di recarsi al Carlo Felice – gli italiani che stanno in casa ormai da due mesi penso che possano uscire a fare qualche passo, un po’ di sport, fare qualcosa di buono per la propria salute che non è minacciata solo dal coronavirus ma anche dalla troppa immobilità. Alcune attività, come il take away, sono per gli esercizi economici un primo piccolo passo verso il ritorno alla normalità. Il cammino sarà lungo, ma è bene partire.

Dobbiamo tenere d’occhio prudentemente la curva dei contagi – ha detto ancora in merito alle misure da prendere nei prossimi giorni a livello nazionale e regionale – che è uno dei criteri che sarà alla base della ripartenza; non dobbiamo smontare il gigantesco apparato sanitario che abbiamo messo in campo in questi giorni e che resterà a presidio della salute di tutti; saranno fondamentali l’ educazione e la collaborazione dei cittadini all’uso dei dispositivi di protezione e ai comportamenti idonei.

Conviveremo con il virus ancora per un po’ di tempo, dobbiamo riuscirci senza che questo ci spinga alla disperazione e al crollo dell’economia, ma anche proteggendo noi stessi con comportamenti seri. L’Italia è un paese grande, densamente abitato, con tante diversità: dalle funivie della Valle d’Aosta ai vigneti di Pantelleria ci sono tante sfumature diverse. Occorre adattare regole comuni per tutti i cittadini a sistemi diversi che tengano conto della realtà territoriale. Con il Governo ci siamo confrontati ieri e continueremo a confrontarci in queste ore. È giusto che il Governo esprima delle linee guida nazionali, è altrettanto giusto che regioni e comuni le possano applicare adattandole a territori molto diversi».

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