Il caso

Coronavirus, «Conte mi dica come faccio a riaprire»: il grido di disperazione del titolare di un bar a Ventimiglia

Il locale chiuso, come tutti, per l'emergenza coronavirus: «Costretto a chiudere per non indebitarmi»

Ventimiglia. «In questo locale ho messo tutti i miei risparmi. Ora rischio di perdere tutto». Pesano come un macigno le parole di Corrado Sbano, libero professionista, marito e padre di due bambine, titolare del Coco Bar Piccola Trattoria a Roverino. Dopo due mesi di lockdown e la paventata riapertura a inizio maggio, l’imprenditore è a un bivio: aprire con il rischio di un fallimento o abbassare la saracinesca del suo locale.

«E’ un piccolo bar di 40 metri quadri – racconta Sbano -. Non ho mai guadagnato tanto, ma andavo avanti, sempre in pari. Non sono mai rimasto indietro. Ora il premier Conte mi chiede di indebitarmi. E poi come lo pago il debito se non guadagno?». Le paure sono molte: Sbano è un fiume in piena quando, al telefono, le racconta: «Prima lavoravo con le mamme, con i bambini della scuola. Ora la scuola è chiusa e quindi dovrei fare altre cose, magari organizzare serate a tema, feste di compleanno. Ma se davvero dobbiamo distanziare i tavoli, mettere paratie di plexiglas, come posso farlo? Lavorare così è impossibile, sarò costretto a chiudere».

Anni di sacrifici. «In quattro anni in quel locale ho investito circa 50mila euro, tra ristrutturazione e acquisto del necessario. Risparmi di una vita, incasso di giornate di lavoro. Ora cosa devo fare?». Se lo chiede Corrado Sbano, ma sa di non essere il solo: «Siamo in tanti, in Italia, in queste condizioni. E io ancora sono fortunato, mi sono arrivati i 600 euro che spettavano alle partite iva. Appena ho preso i soldi ho pagato l’affitto del locale per non rimanere indietro. Ora devo pagare le bollette. Ma i debiti, per andare avanti, non me li faccio». 

Mancanza di certezze. «Se riapro, non sono nemmeno certo che la gente venga: hanno tutti paura. Conte ci deve dire cosa dobbiamo fare: vorrei dare io a lui 600 euro e dirgli di provare a gestire un locale. In questo momento, prendono più soldi quelli che hanno il reddito di cittadinanza rispetto a noi che siamo piccoli imprenditori e paghiamo le tasse. Alla fine per non indebitarmi sarò costretto a chiudere».

 

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