La testimonianza

Coronavirus, 25enne contagiata in quarantena a Diano Castello: «Per me non sono bastati 14 giorni a negativizzarmi»

«Ci sono persone con sintomi che non hanno ricevuto il tampone e che escono dopo il periodo indicato dalle autorità sanitarie»

riviera24 - tamponi coronavirus

Diano Castello. Sono una ragazza di 25 anni e ho il coronavirus  accertato tramite tampone effettuato dall’Asl di competenza dal 9 di marzo.  Ad oggi, 27 aprile, sono perciò positiva da 50 giorni. Infatti l’esito di tutti i tamponi di controllo somministratami é risultato sempre positivo, nonostante non abbia più sintomi dal 15 di marzo circa.

Naturalmente sono in attesa dell’ennesimo tampone di controllo, previsto all’incirca tra una settimana.
Io sono residente ad Alassio, ma mi trovo e ho trascorso tutto il periodo di quarantena in casa del mio fidanzato (anch’esso risultato positivo) presso Diano Castello.  Sono stata pertanto seguita nella vicenda dall’Asl di Imperia, che é sempre stata celere e presente nel decorso della malattia.

Scrivo perché penso debba essere importante che storie come la mia, che vertono su una positività al virus “lunghissima”, vengano diffuse per informare tutti sulla variabilità del decorso di questa malattia. Le istituzioni hanno sempre dato come indicazione “14 giorni” come tempo necessario a negativizzarsi, con conseguente venire meno dell’obbligo di quarantena. Ma non sono assolutamente abbastanza. E il persistere nel dirlo può solo continuare a causare gravi danni. Deve sapersi che non è sempre così..poiché se persone che si sono ammalate di covid ma che non hanno ricevuto il tampone..escono di casa finiti i “14 giorni” canonici consigliati, perché ormai si sentono meglio, rischiano di poter contagiare a oltranza, essendo facilmente ancora positive.

Ho letto in questi giorni una storia similissima alla mia su una ragazza di 23 anni, di Bologna, anche lei ancora positiva dopo più di 50 giorni. Sono molto sfiduciata, continuare a ricevere sempre “risultato”: “positivo”, “positivo”, “positivo”, è per me frustrante, foriero di ansia e allarmante sia sul fronte personale che su quello collettivo, sopratutto dal momento che ormai mi sento bene e che non ho più alcun sintomo da tantissimo tempo.

Il secondo paradosso della mia situazione è che la sorella del mio fidanzato, la quale si trova dall’inizio della vicenda in casa con noi, è stata male esattamente come me, ha presentato gli stessi miei identici sintomi, per lo stesso periodo di tempo, ma non ha ricevuto il tampone, l’Asl non è venuta ad effettuarglielo. Lei oltretutto ha avuto contatti ravvicinati con il suo fidanzato che è risultato anch’egli positivo al covid. Tutto questo fa supporre che è indubbio che lei abbia contratto il covid esattamente come tutti noi.

Ebbene però, naturalmente lei dopo 14 giorni dalla fine dei sintomi, non avendo ricevuto tampone e dovendo seguire solo le indicazioni sopra citate relative ai 14 giorni che la stessa Asl le ha dato al telefono, ha potuto ricominciare tranquillamente ad uscire per andare ad esempio a fare la spesa, venendo dunque inevitabilmente a contatto con altre persone. Sorge spontanea la domanda..Se io che sono insieme a lei e che ho presentato gli stessi sintomi sono ancora positiva al covid non potrebbe ovviamente esserlo ancora anche lei che invece ha la possibilità di uscire e dunque contagiare? La differenza? Solo l’aver ricevuto io il tampone e lei no.  Ma al virus dei nostri tamponi non interessa. È importante quindi avvisare le persone, solo pubblicando le nostre storie.

Tutti possono venire a conoscenza del fatto che è concreta la possibilità per alcuni di noi di impiegare molto più tempo a negativizzarsi smettendo finalmente quindi di essere un pericolo per gli altri.  Solo con una maggiore cognizione di tutta questa situazione saremo in grado di prestare tutti più attenzione.

lettera firmata

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