Che ricordi

Con “Noi che andavamo a ballare la domenica pomeriggio” tornano i mitici anni ’80, belli e selvaggi

E' un gruppo Facebook che sta spopolando in questi giorni tra gli utenti della nostra provincia

riviera24 - giovani sanremesi anni 80

Sanremo. Da qualche settimana c’è un gruppo su Facebook che sta facendo tornare gli indimenticati anni ’80 dello scorso secolo sempre più alla ribalta.

Si chiama “Noi che andavamo a ballare la domenica pomeriggio”, con ovvio riferimento ai “matinè”, punto di ritrovo di chi, essendo minorenne, non poteva accedere (sulla carta) alle serate in discoteca “da grandi”. Nella Città dei Fiori i locali pomeridiani che andavano per la maggiore erano l’Odeon ed il Nabila, ma poi, anche al di fuori dei confini sanremesi, ce ne erano a bizzeffe, tanto che ricordarli tutti richiederebbe un articolo a parte. E forse un gruppo a parte.

Fatto sta che sul social, dalle discoteche si è subito passati a ricordare “Anni meravigliosi che non ritorneranno più”, come scritto da molti utenti. Anche se il gruppo fa riferimento ad un ampio spettro temporale, che va dai ’70 al 2000, appare però subito chiaro che i suoi membri sono in maggioranza i nati tra il 1965 ed il 1975, ovvero quella generazione che nel decennio degli ’80 era adolescente. E quindi via a versare qualche lacrimuccia per le mode dell’epoca (con i paninari in testa), i motorini 50 cc che andavano come delle schegge, le utilitarie con i cavalli di un 3000, le serie televisive cult, con Magnum P.I a far da capofila ad una schiera di “telefilm” storici.

Ma non mancano anche i locali (soprattutto matuziani) che hanno segnato un’epoca, tantissimi anche loro. Uno su tutti, novità assoluta in provincia di Imperia, era il “Quick” di via Matteotti, antesignano dei fast food italici, prima ancora del Mc Donald. Chi ricorda quegli “anni d’oro”, spesso lo fa come Max Pezzali degli 883 nell’omonima canzone: “immense compagnie” soprattutto. Ognuna con la sua localizzazione e punto di ritrovo, ognuna radunata senza l’uso del telefonino (che non c’era) ed ognuna, capeggiata dal gruppetto dei “fighi”, in competizione con le altre.

Nei ricordi era tutto bellissimo e per molti adesso è tutto uno schifo. Facendo un po’ di valutazioni oggettive (ed un po’ ciniche) però, è facile sostituire il bello degli anni ’80 con la parola “selvaggio”. Sì, perché una volta, tornando a bomba alle domeniche in discoteca, a 14 anni tantissimi (legalmente) fumavano come ciminiere, bevevano (altrettanto legalmente) come alpini, puzzavano come capre e scatenavano risse degne di un pub irlandese alla festa di San Patrizio. Per tacer della moda e delle estetiste che non c’erano, con tante belle ragazze insaccate in degli improponibili maglioni fluo ed use a (rare) cerette simil tortura. Per gli ometti era un altro discorso: bon ton inesistente ed approcci amorosi imparati su certe pubblicazioni oscene dell’epoca, nonché film su videocassetta, che farebbero, per la loro pornografia laida e morbosa, impallidire anche Rocco Siffredi.

Ma queste sono forse tutte altre storie, perché quando si è giovani la vita ci sorride, anche se intorno a noi c’è una giungla di matti.

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