In manette

Bordighera, gestiva spaccio della droga nel Ponente: arrestato dai carabinieri

Faceva parte di una banda di albanesi. Gli altri erano stati arrestati

carabinieri bordighera

Bordighera. E’ stato arrestato ieri, dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Bordighera, Lonard Laci, trentenne albanese, ultimo componente della compagine criminale di origine albanese che sino al giugno del 2018 ha “gestito” lo spaccio di sostanze stupefacenti nell’estremo ponente della provincia di Imperia.

La complessa attività d’indagine aveva portato, in un primo momento, all’arresto in flagranza di quattro malviventi, trovati in possesso di complessivamente 120 grammi di cocaina e più di 100 grammi di marijuana suddivisi in dosi pronte per essere smerciate, materiale idoneo al confezionamento e alla pesatura dello stupefacente, oltre a tre fucili e svariate munizioni illegalmente detenuti. Si trattava di Luca Ylber, titolare del bar Tre Stelle a Bordighera, la moglie Adelina Laci, che gestiva il ristornate Cinquantasei, sempre a Bordighera, Mario Shaba, dipendente di un locale di Vallecrosia, e Amedeo Amalberti.
I militari avevano sequestrato anche un’autovettura di media cilindrata e 3.000 euro in contanti, ritenuti provento di reato. A distanza di un paio di giorni dal primo blitz, il 25 giugno 2018, i carabinieri della Città delle palme avevano inoltre sequestrato il ristorante “Cinquantasei” all’angolo tra via Regina Margherita e via Libertà e il bar “Tre Stelle” di piazza Valgoi, ritenuti stabili e consolidati luoghi di smercio della droga.

Alla fine di gennaio di quest’anno, le ulteriori progressioni investigative avevano consentito agli stessi militari di trarre in arresto – in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere – il primo dei due fratelli albanesi appartenenti al citato sodalizio, Armand Laci, di 31 anni: l’Autorità Giudiziaria imperiese aveva infatti pienamente concordato con le risultanze dell’inchiesta seguita dai Carabinieri.

A distanza di pochi giorni, erano inoltre stati sequestrati tre terreni del valore complessivo di circa 60.000 euro ed un SUV di grosse dimensioni e cilindrata: in questo caso, gli investigatori dell’Arma di Bordighera avevano tracciato il percorso dei proventi derivanti dalla vendita di droga, andando così ad incidere anche sulla sfera patrimoniale dei malviventi.
In ultimo, nella giornata di ieri, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile hanno arrestato l’altro fratello di origine albanese, che si era reso irreperibile già all’epoca dell’esecuzione delle prime misure cautelari.
Questa decisa azione di contrasto, oltre ad infliggere un duro colpo allo spaccio di stupefacenti nel territorio di questa provincia, ha consentito di disarticolare un gruppo criminale il cui obiettivo ultroneo era quello di inserirsi nel tessuto sociale ed economico di un’importante zona turistica, tramite investimenti in attività commerciali come bar e ristoranti, ma anche in terreni agricoli, alcuni dei quali coltivati ad uliveti ovvero boscati.

Nell’operato dell’Arma provinciale è ormai metodo consolidato quello di esplorare al di là del reato investigativamente perseguito: infatti ove ne ricorrano i presupposti, l’indagine non si limita all’arresto dei rei, ma tende ad analizzare ciò che può emergere nel peculiare contesto criminale atteso che dai gangli della struttura delinquenziale si ramificano interessi economici, sui quali orientare gli approfondimenti di analisi, che possono portare – come nel caso in esame – all’ablazione di beni mobili ed immobili attraverso lo strumento della confisca, con la quale l’assetto criminale viene depauperato delle disponibilità illecitamente acquisite a beneficio dell’intera collettività.

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