La lettera

Coronavirus, una bordigotta al premier Conte: «Si rende conto che il paese è in ginocchio e che l’Europa non ci sostiene?»

«Sono stati fatti tanti e troppi tagli alla sanità e oggi ne paghiamo le conseguenze. Quando viene a mancare tutto e i grandi nel mondo iniziano a far una colletta per aiutarci, vuol dire che qualcosa deve esservi sfuggito»

Riviera24- Giuseppe Conte

Bordighera. «Al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Non ho 16 anni, non ho le trecce e non mi chiamo Greta. Sono una giovane donna, una moglie, una lavoratrice, che proviene da una normale famiglia di lavoratori onesti!».

Inizia con queste parole la lettera scritta dalla bordigotta e lettrice di Riviera24 Letizia Aquila Nasso al premier Conte, un messaggio pubblicato sulla sua pagina Facebook e inviato al nostro giornale che fa riferimento al difficile momento che sta vivendo l’Italia a causa dell’emergenza coronavirus.

«Sono più di 10 giorni che sono in quarantena e seguo con la mia famiglia il protocollo imposto dallo stato. Oggi, sono crollata e ho pianto! Non solo per il Covid-19 e per tutte le brutte conseguenze che porta con se, ho pianto per l’Italia! Mi rivolgo al Presidente Conte e a chiunque sia disposto ad ascoltarmi, a leggere ed inoltrare questo messaggio. Signor presidente, Lei si rende conto che il paese è in ginocchio? Si rende conto che tutto il mondo ha dato sostegno all’Italia in questo momento di grave crisi, tranne l’Europa che Lei tanto decanta? Si rende conto che i paesi facente parte dell’UE, sono gli stessi paesi che hanno bloccato gli aiuti di cui l’Italia necessitava? Lei pensa davvero che gli italiani non siano stanchi di tutto questo?

Signor Conte, nel tempo, sono stati fatti tanti, troppi tagli, sulla sanità, sulla sicurezza, sui sussidi riservati ai diversamente abili , che sono delle miserie che minano la dignità dell’essere umano quotidianamente! Mi dica Signor Conte perché non ci dormo la notte, tutti i denari che noi italiani onesti paghiamo di tasse, dove vanno a finire? Perché analizzando tutte le cose in cui l Italia è carente, credo sia mio diritto sapere e non solo mio. Avete iniziato a controllare gli italiani al centesimo, ora, se voi volete sapere cosa noi facciamo con i nostri denari, noi italiani vogliamo sapere cosa lo stato fa con i nostri denari!

Sono stati fatti tanti e troppi tagli alla sanità e oggi ne paghiamo le conseguenze! È stato tagliato il personale e il materiale sanitario, intere strutture sono state chiuse, oppure iniziate è mai finite! Perché? Medici, infermieri e forze dell’ordine costretti a turni estenuanti, perché? I soldi risparmiati sulla sanità, dove sono finiti? Nell’accoglienza forse dei clandestini? Perché di questo si tratta, clandestini, non immigrati. Le spiego la differenza: i clandestini sono quelli che, anche speronando le nostre motovedette entrano nel nostro paese senza documenti, senza ne arte né parte e vivono sulle spalle degli italiani a forza di sussidi, gli immigrati invece sono persone che si spostano dal paese di origine, in un altro paese, per un futuro migliore.

L’esempio migliore sono i tanti italiani che in passato sono andati in Inghilterra a lavare i piatti, questo finché l Inghilterra ha fatto la mossa più corretta per tutelare i propri cittadini e ci ha gentilmente invitato a lavare i piatti a casa nostra, chiudendo le porte! Però, se lo fa l Inghilterra con gli italiani regolari va bene, se lo facciamo noi con gli irregolari, i clandestini, veniamo additati dalla sua Europa come razzisti!

No signor Conte, gli italiani non sono razzisti, sono solo tanto, troppo stanchi! Adesso basta Signor Conte! Io sono italiana e non mi sento europea! Sono una lavoratrice, una cittadina modello, pago le tasse, le bollette, il bollo auto e i pedaggi autostradali e sugli ultimi due, stendiamo un velo pietoso. Dunque Signor Conte, sono italiana e ne sono fiera per ciò che l’Italia in passato ha rappresentato, ad oggi, quasi me ne vergogno! Ora Signor Conte ciò che Le chiedo, e che so essere un mio diritto, è sapere perché i una situazione come questa, si sono dovuti muovere i privati a forza di donazioni, per rendere gli ospedali attrezzati del materiale idoneo a tenerci in vita! Paesi, non facenti parte della UE si sono mobilitati inviando personale e materiale sanitario, su questo punto la invito a riflettere Signor Conte perché ripeto, questa situazione, sta portando via il sono a milioni di italiani!

Signor presidente, se in questo momento fossero mancati gli operatori sanitari, o il materiale sanitario, o le strutture, ancora avrei forse potuto capire, ma quando viene a mancare tutto, e i grandi nel mondo iniziano a far una colletta per aiutarci, vuol dire che qualcosa deve esservi sfuggito. Ho deciso di scrivere questa lettera perché la parola MES mi fa tanta, troppa paura! Se prima il mio paese aveva un cartello con su scritto svendesi, oggi ne ha uno con su scritto regalasi, e allora no! Io non ci sto! Vorrei portarla a riflettere Signor Conte, sulle 600€ destinate alle partite iva. Lei, i suoi colleghi, sareste in grado di andar avanti con 600€?

Perché allora potremmo già avere un ottima soluzione in mano! Signor presidente, la ringrazio per aver letto fin qui e le chiedo una gentilezza che so, sia per questione di logistica che di rango , Lei potrà farmi, dica al papa, che le mani che aiutano, sono più sacre delle bocche che pregano! Gli dica che far le donazioni alla Caritas è come avere del denaro in una tasca e passarlo nell’altra, dovrebbe capire cosa intendo! In ultimo, accordatevi per l’imu sui beni del Vaticano, perché l Italia necessita di ospedali attrezzati e di personale, non di chiese e santuari coperti d oro. Le auguro un buon lavoro! In cuor mio, voglio ancora sperare che inizierà a lavorare per il bene degli italiani. No al Mes, Italexit».

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