La sentenza

Caccia in Liguria, stop definitivo agli spari dopo il tramonto

Lo ha stabilito la Corte Costituzionale

riviera24 - caccia cacciatore tramonto

Roma. Con sentenza n. 40 , pubblicata venerdì 6 marzo, la Corte Costituzionale ha definitivamente annullato un capoverso introdotto nel 2002 nella legge regionale ligure di regolamentazione della caccia, che consentiva “la caccia da appostamento fisso o temporaneo alla selvaggina migratoria fino a mezzora dopo il tramonto”.

I giudici della Consulta hanno ribadito che la normativa statale impone la cessazione degli spari agli uccelli selvatici (come tordi, merli, cesene, anatre selvatiche ecc.) al calar del sole, ragion per cui la prosecuzione dell’attività venatoria per ulteriori trenta minuti,vi olando una misura indispensabile per la sopravvivenza e la riproduzione della fauna selvatica (espressione della potestà legislativa esclusiva dello Stato riguardante la «tutela dell’ambiente e dell’ecosistema»), non sarebbe derogabile in modo più estensivo dalle Regioni.

E’ la seconda volta che una norma regionale della Liguria in materia di caccia dopo il tramonto viene bocciata dalla Corte Costituzionale: era già successo nel 2011 (sentenza n. 191/2011) nel caso di una legge regionale speciale che regolamentava le stagioni venatorie per il solo triennio 2010/2012.

Ma la Regione aveva continuato anche negli anni successivi ad ammettere gli spari “crepuscolari” agli uccelli selvatici che si spostano dalle zone di alimentazione a quelle di riposo notturno.

Il dubbio di possibile incostituzionalità era stato sollevato dal TAR Liguria nell’ottobre 2018, su ricorso delle associazioni ambientaliste Lega Abolizione Caccia, ENPA, LAV e WWF, allorquando i giudici amministrativi avevano annullato anche alcune parti del calendario venatorio 2018/19 della Regione Liguria. Si erano poi costituite in giudizio presso la corte costituzionale le associazioni LAC ed ENPA.

“Ora è auspicabile che nella composizione della prossima Giunta e del futuro Consiglio Regionale della Liguria cessi una volta per tutte la continua produzione di disposizioni dettate dal disprezzo per l’ambiente e per il nostro patrimonio naturale” , commentano i responsabili nazionali della LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia).

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