Parla morgan

Red Ronnie e il messaggio ricevuto da Morgan dopo l'”affaire Bugo”: «Sgambetti e dispetti, volevano farmi saltare»

E Red Ronnie afferma: «Sono entrati nella storia del Festival»

Riviera24- Morgan

Sanremo. «Cos’è successo tra Mogan e Bugo? Perché sono stati squalificati dal Festival di Sanremo? Come mai Bugo ha abbandonato il palco? Sono le 3 di notte passate quando scrivo questo articolo».

Inizia con queste parole l’intervento di Red Ronnie, presentatore ed esperto di musica, realizzato sulla sua pagina Facebook per approfondire l'”affaire Bugo” avvenuto ieri sera, quando i cantautore ha “abbandonato” sul palco dell’Ariston il collega Morgan, colpevole di aver modificato in diretta le parole del loro brano “Sincero” con un testo di attacco nei confronti di Bugo.

«I problemi sono nati con le prove di “Canzone per te” che dovevano presentare nella serata delle cover. Morgan mi ha mandato un lunghissimo e disordinato messaggio via Whatsapp, evidentemente buttato giù di getto, dove parla di boicottaggi, di spartiti scambiati e di un’orchestra che non riusciva a provare con quel caos di spartiti. Morgan denuncia sabotaggi e lamenta l’arrabbiatura di Bugo e l’abbandono dei discografici. Alla fine riesce a fare una prova veloce e i problemi si sono visti nell’esibizione serale al Festival dove Morgan ha deciso di dirigere lui l’orchestra.

Immediatamente ho capito che Morgan non stava cantando il testo della canzone, ma una cosa che aveva scritto contro Bugo. Questa rimane la più bella performance del Festival di Sanremo 2020, che graffia indelebilmente un’edizione contestatissima. A poco contano i numeri di audience. Morgan e Bugo sono entrati nella storia del Festival di Sanremo. Mi dispiace solo per una cosa: erano amici e quando vedi finire un’amicizia non è mai bello. Ecco quello che ieri mi ha mandato Morgan da cui sono nati tutti i problemi:

“Alla fine si è fatta la prova generale solamente come avevo ormai intuito. questo significa che abbiamo montato da zero una cosa che tutti gli altri hanno provato e riprovato da mesi in una prova sola, a poche ore dalla diretta. Credo di aver costruito una versione rispettosa del capolavoro che ho avuto l’onore di interpretare con la fantastica orchestra della Rai.

Tutto quel casino che c’è stato è successo per mano di un misterioso sabotatore che per settimane ha consegnato parti insuonabili e cacofoniche appositamente piene di errori armonici e di strumento per cui per intere settimane l’orchestra quando leggeva per la prima volta la musica, falsamente attribuita a me, reagiva protestando perché il risultato era inascoltabile e quindi mi si comunicava che il lavoro non era adeguato e si annullava la prova obbligandomi, esasperato ed incredulo, per la allucinante reazione degli orchestrali di fonte alle partiture che loro dichiaravano insuonabili.

Ho allora coinvolto un grande musicista che è il maestro Corvino, direttore arrangiatore e violinista di prim’ordine che però si trovava in ospedale perché aveva appena subito una complessa operazione chirurgica che lo rendeva totalmente convalescente, ma nonostante ciò ha voluto entrare a fondo e fianco a fianco abbiamo ricominciato a stendere questo benedetto arrangiamento edulcorandolo sempre di più, togliendo le presunte parti virtuosistiche giudicate insuonabili e optando per uno stile di accordi consonanti e non modernisti abbandonando l’idea di lavorare ad un materiale che avesse venature di avanguardia o di sperimentazione a favore di uno stile per quanto elegante, ma tradizionale e retrogrado.

Ebbene, giunge la comunicazione ufficiale: la nuova versione dell’arrangiamento di Morgan presenta ulteriori complessità armoniche, ulteriori dissonanze ed è peggiorata dal punto di vista della suonabilità. Dio santo, ma questo non è possibile, pensiamo io e Valentino, ci deve essere un errore da qualche parte. Visto che la simulazione che di norma realizzo per farla ascoltare a chi non legge la musica, ma deve approvare un lavoro, funziona alla grande e piace a tutti, quindi all’ascolto è ritenuta idonea, ma chissà perché quando la prende in mano l’orchestra per leggere le parti, allora arriva puntuale la comunicazione di inadeguatezza, o addirittura la minaccia di squalifica. E io chiedo intanto continuamente: signori possiamo fare una prova? Mi si risponde: ma certo. E quando allora? Ah, non lo sapevi? É stata spostata.

Si? Ma io ne ho bisogno, va ricostruita da zero la canzone, è un casino, vi prego datemi una prova. Chiedo di darmi ascolto, ma sembra che a nessuno importi la cosa, anzi, i discografici di Bugo e la Sony cominciano a far girare la voce che se Morgan “si ritira” spontaneamente allora Bugo può continuare a stare in gara, invece nel caso di “squalifica”, sarebbero estromessi entrambi. Dunque questo è l’obiettivo qualcuno ha interesse a farmi saltare, ma non a farmi squalificare dal Festival, semplicemente a portarmi a rinunciare spontaneamente per esasperazione. E come potrei? Conoscendomi io so che levo i tacchi e faccio dietrofront solo quando vengo insultato o umiliato, allora mi giro e vado via.

Questo evidentemente è l’obiettivo. Qualcuno che mi conosce sta facendo un lavoro di distruzione sistematica del mio lavoro musicale e della mia figura di musicista agli occhi di tutti, orchestrali, Rai, giornalisti, è un vero e proprio incubo in cui mi sono trovato ad occhi aperti. Ma vorrei che vi rendiate conto che questo è tecnicamente un reato e ha il nome specifico di mobbing. Siamo alla settima riscrittura dell’arrangiamento di Endrigo in Rai dicono di aver ricevuto le nuove parti scritte molto attentamente da me e riverificate col microscopio da Corvino. La simulazione è bellissima mi piace, arriva la prova, salgo sul palco leggo insieme all’orchestra le parti e il risultato è penoso i musicisti protestano ad alta voce: è insuonabile. Fammi vedere, dico al violinista. Ma questa non è la parte! Questa è assurda. Vado da tutti i 60 musicisti controllo le parti. Il cervello mi fonde. Oddio, ma questa è quella nuova o quella vecchia? E questa è la terza, la quarta?

Che caos assoluto. Il controllo si perde, la prova fa schifo, io mi vergogno e metto la coda del frac tra le gambe e penso: ho fallito completamente nella vita, non valgo nulla, non sono un musicista decente, l’orchestra sembra che stia suonando una musica molesta, spiacevole all’ascolto che però non ha nulla a che fare con quella che ho scritto io. Aiuto aiuto che cazzo sta succedendo. Chiedo di interrompere la prova per verificare cosa è stato consegnato ai musicisti. Faccio quel che posso con intorno persone che dicono che io verrò squalificato. Correggo tutto lo spartito del chitarrista e costruiamo daccapo tutta la parte. Vado dal percussionista correggiamo tutte le assurdità che vedo su quei pentagrammi.

Ma il tempo passa, non posso andare da uno all’altro e dico, stremato ed avvilito, umiliato sotto gli occhi di tutti. Dico agli orchestrali: datemi quello che avete in mano. Non mi viene dato. Nel frattempo il mio telefono è bombardato dai discografici di Bugo che minacciano continuamente la mia squalifica dicendo che io sono inadeguato e che Simone Bortolotti è già pronto con la sua partitura già considerata idonea e consegnata perfetta all’orchestra. Ovviamente mi incazzo perché ognuno si sentirebbe scavalcato e sentirebbe che gli sta sfuggendo tutto di mano, ma intanto avendo appena fatto una gran figura di merda abbasso la testa, ma nonostante prevaricato riesco a dire: ma come vi permettete?

Rispondono che io non sono in grado. Ma se sono trent’anni che scrivo per orchestra arrangiamenti di canzoni italiane e pure questa l’ho già fatta non so quante volte in quante versioni. La conosco meglio delle mie tasche. Insomma arriva l’ottava trascrizione della canzone e io e Valentino diciamo: a questo punto ci siamo rotti veramente, ma veramente il cazzo, allora si fa l’originale di Bacalov, e vediamo se contestano pure quella. Ottima idea mi viene detto da tutti compresa Rai. Chiedo quando possiamo recuperare le prove: tranquillo ora te lo diremo. Passano i giorni. Passano senza risposte. Io assillo tutti: fatemi venire fuori delle prove. Vi prego  Arriva la comunicazione: l’arrangiamento è insuonabile. Eh? Quello originale?

Valentino Corvino è incredulo vuole parlare con la Rai, lo mettono in contatto con un responsabile che gli dice: 60 direttori d’orchestra hanno valutato indecente il lavoro di Morgan e hanno detto che cose del genere vanno bene per la sagra di Prokoviev, ma non per Sanremo. Io e Valentino cominciamo a ridere a tal punto che ancora adesso non riusciamo a fermarci al pensiero della sagra di Prokoviev come fosse un festival in qualche parte della Prussia dove si suona musica estremamente dissonante ed insuonabile. Chiedo a Valentino di farmi esaminare le parti e vedo che effettivamente corrispondono totalmente all’originale di Bakalov. Gli dico: ma le hai consegnate? Certo. A chi alla Rai? no, alla discografica. Azz..

Vuoi vedere che ci risiamo? E infatti è così. Arriva mezzanotte il giorno della diretta televisiva e io esasperato chiedo quando arriverà Valentino Corvino. Mi viene risposto che non è stata prevista la sua presenza. ah no? ok, lo mando a prendere io a mie spese con una macchina a casa in piena notte. Ieri notte riesco a portare Valentino a Sanremo, mi sento un po’ al sicuro. A lui non si permetteranno di fare quello che hanno fatto a me. Le prove non vengono concesse, io scrivo questa lettera ai giornalisti e alla direzione Rai al mattino di oggi. Nessuno mi risponde, tutti leggono il messaggio Whatsapp, ma nessuno risponde.

Vengo catapultato in teatro alle 14 e mi dicono: ti hanno concesso tutto. ok aspetta un attimo qui. Arrivano le 18 e ancora non si è provato. Mi incazzo e vado in albergo per capire cosa fare, quasi quasi torno a Milano, scrivo ad Amadeus che torno a Milano. I discografici dicono: ok allora Morgan se ne va, bene dirige Bortolotti e canta Bugo, perfetto. Valentino Corvino che era pronto sul leggio con le partiture consegnate personalmente dalle sue mani all’orchestra viene letteralmente scansato e allontanato dal leggio e gli vengono sbattute in mano le sue partiture dicendogli che dirige Bortolotto che guarda caso aveva già preparato tutto l’arrangiamento. Valentino dice: come vi permettete? Il direttore è Marco e io arrivo da Bologna per supportarlo! Marco è squalificato, gli dicono. Ah si? Valentino coraggioso e leale si fionda da Amadeus e gli sbatte in mano il telefono, parla con Morgan per favore. Amadeus e Morgan si parlano. Perché te ne vai Marco io ci tengo così tanto? Ah si? Ci tieni e allora perché mi trattate in quel modo? Marco vieni qua per favore spiegami cosa succede.

Arrivo in teatro, Bortolotto e i discografici sono scappati, Bugo non rivolge la parola a nessuno. Valentino mi dice: lo sai che ancora avevano sul leggio le partiture sbagliate? scopriamo che gli orchestrali non avevano mai avuto modo di suonare se non la prima stesura, le altre otto erano state fatte sparire da qualcuno. Ma Valentino ha in borsa la nona versione che è un ibrido tra l’originale e il mio. Amadeus dice che personalmente vuole assistere alla prova. La prova stavolta funziona, ovvio perché le parti finalmente per la prima volta corrispondono a quello che è stato scritto. L’orchestra è felice, il pubblico in sala applaude entusiasta. Bugo è incazzato nero. I discografici non mi rivolgono la parola.

Amadeus è contento come un bambino, io anche, il vecchio grande Mario Luzzato Fegiz novantenne in prima fila si commuove e mi dice: hai lo stesso numero di telefono? No Mario, l’ho cambiato da dieci anni minimo. Dammelo. Mi dicono prova finita. Quindi non mi avete concesso le prove che mi spettavano, ma solo quella generale in cui io e Corvino abbiamo costruito da zero ciò che tutti gli altri hanno provato per mesi, ma senza sgambetti e dispetti. Io dico: ho bisogno di riprovare la seconda strofa. No Morgan scaduto il tempo. Io dico: Ok che sono bravo, ma non sono Dio. quindi mi impongo, e davanti alle smorfie e alle facce antipatiche degli ipocriti che mi hanno ingannato per giorni mi metto a provare la seconda strofa. Due minuti di orologio. E dico grazie ragazzi, grazie Amadeus, Bugo ripigliati. Luzzato Fegiz applaude dicendo grande Endrigo. A stasera ragazzi. Ah, dimenticavo, il teatro si svuota e sento dire: mezzora di pausa, signori”».

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