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Consumi, Coldiretti: «Bene fronte unanime contro etichettatura nutriscore che penalizza il “Made in Liguria”»

«Non bisogna mai dimenticare che l’equilibrio nutrizionale va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera non nel singolo prodotto»

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- Foto d'Archivio

Imperia. «Serve mantenere alta la guardia contro le etichette nutrizionali che rischiano di affermarsi nell’Unione Europea sotto la spinta delle multinazionali e che bocciano ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop), tra cui spiccano grandi eccellenze liguri come l’olio DOP Riviera Ligure che andrebbero invece tutelate e valorizzate fuori dai confini nazionali».

E’ quanto afferma Coldiretti Liguria nell’esprimere apprezzamento per il via libera unanime dell’Aula della Camera alle mozioni contro il nutriscore a partire da quella presentata su iniziativa del presidente di FdI Giorgia Meloni. L’etichetta nutri-score francese e quella a semaforo inglese che si stanno diffondendo in diversi Paesi, e modalità similari, penalizzano la dieta mediterranea e le grandi produzioni di qualità Dop e Igp italiane. Si tratta infatti di sistemi fuorvianti, discriminatori ed incompleti che finiscono per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta.

«Purtroppo con questi tipi di etichettatura – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il delegato confederale Bruno Rivarossa – si rischia di promuovere prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta e di sfavorire, invece, elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva pilastro della dieta mediterranea, e simbolo del nostro territorio. È inaccettabile spacciare per tutela del consumatore un sistema che cerca invece di influenzarlo nei suoi comportamenti orientandolo a preferire prodotti di minore qualità. Non bisogna mai dimenticare che l’equilibrio nutrizionale va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera non nel singolo prodotto, come prevede la proposta italiana del sistema a batteria che non attribuisce presunti “patentini di salubrità” ad un alimento».

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