Interrogatorio di garanzia

Operazione “Sciarun”, bocche cucite degli arrestati davanti al giudice

In cambio di 200 euro i passeur assicuravano ai clandestini un passaggio in Francia

Imperia. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere di fronte al Gip Massimiliano Botti che li ha ascoltati per l’interrogatorio di garanzia  i 10 passeur  arrestati dalla Polizia di Frontiera di Ventimiglia, la scorsa settimana, nell’ambito dell’operazione “Sciarun”, in arabo “Caronte”.

Le indagini sono durate circa un anno hanno permesso agli inquirenti di dimostrare l’attività criminale portata avanti da nove uomini e una donna, tutti stranieri, che da Ventimiglia trasportavano clandestini in Francia.

Attraverso pedinamenti e intercettazioni telefoniche, gli agenti sono riusciti a dimostrare il coinvolgimento, in almeno 16 episodi differenti, degli arrestati, tutti abitanti nell’Imperiese, alcuni anche regolari sul territorio italiano. Un’indagine certosina, che ha permesso, come sottolineato dal procuratore capo della Repubblica di Imperia, Alberto Lari, di «rendere il quadro probatorio particolarmente solido».

In cambio di 200 euro, i passeur assicuravano ai clandestini un passaggio in Francia. Il modus operandi, però, cambiava di volta in volta. Trasferimenti in auto, viaggi in treno o in pullman: per far oltrepassare ai migranti la frontiera a loro preclusa, i dieci arrestati utilizzavano ogni mezzo possibile, rendendo così ancora più complicate le indagini da parte della polizia.

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