Il fermo

Ventimiglia, scafista ghanese torna illegalmente in Italia dopo l’espulsione: arrestato

Era stato riconosciuto artefice del trasporto via mare di più di cinque persone su un piccolo gommone, con le aggravanti di averle reclutate per destinarle allo sfruttamento sessuale o lavorativo

polizia notturna generica

Ventimiglia. Nel pomeriggio di ieri la squadra volante della polizia ha arrestato un cittadino ghanese, con un trascorso criminale importante.

Fermato per un controllo di routine, lo straniero ha fornito agli agenti delle generalità risultate false ai successivi controlli in banca dati, dai quali è emerso che l’uomo, ventiquattrenne, era stato condannato dalla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria a 4 anni di reclusione (e alla multa di 1 milione e 200 mila euro) per la sua attività di scafista, risalente a luglio 2016.

Nell’occasione è stato riconosciuto artefice, in concorso con altri, del trasporto via mare di più di cinque persone su un piccolo gommone, con le aggravanti di avere esposto i passeggeri ad un grave pericolo per la loro incolumità e di avere agito con il fine del profitto, in particolare dell’aver reclutato persone da destinare allo sfruttamento sessuale o lavorativo.

Dopo aver scontato due anni di reclusione in Calabria, lo straniero è stato espulso dal territorio italiano con divieto di rientro per cinque anni. All’atto del controllo di ieri i poliziotti hanno arrestato il soggetto per il suo rientro illegale in Italia.

Stamane, all’esito dell’udienza di convalida presso Tribunale di Imperia con contestuale giudizio direttissimo, l’uomo è stato condannato a dieci mesi di reclusione. L’ufficio Immigrazione della Questura di Imperia ha già avviato la procedura amministrativa tesa al suo rimpatrio all’esito del periodo di reclusione.

Nella serata di ieri un altro straniero è stato controllato dalla polizia di stato. Nello specifico, gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Ventimiglia hanno trovato, celato nei suoi indumenti, un supporto informatico contenente una corposa mole di documenti, tutti di natura personale e riservata, intestati ad un cittadino italiano che, contattato telefonicamente dai poliziotti, ha confermato di aver subito il furto di una borsa il sabato precedente mentre si trovava all’interno della stazione di Milano.

Il cittadino algerino, 19enne, è stato indagato in stato di libertà per il reato di ricettazione. Il supporto informatico provento di furto sequestrato.

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