Legalità

A Ventimiglia Piera Aiello, il simbolo della lotta alle mafie parla agli studenti del Fermi Polo Montale

Costretta a sposare il figlio di un boss, ha collaborato con Paolo Borsellino

Ventimiglia. Gli studenti dell’Istituto superiore Fermi Polo Montale di Ventimiglia hanno ascoltato oggi la testimonianza di Piera Aiello, 52 anni, testimone di giustizia diventata simbolo della lotta alle mafie tanto da essere inserita nella classifica stilata dalla BBC tra le 100 donne più influenti del mondo.

Stamani i ragazzi hanno avuto modo di ascoltare la storia di Piera, costretta a sposare il figlio del boss don Vito Atria, che gli impone il ‘vossia’ in segno di rispetto. Inizia qui la ribellione della giovane, all’epoca 17enne, che si rifiuta di dare del ‘voi’ a un uomo che non è suo padre: «Ai miei genitori davo del tu – racconta. – Non capivo perché dovevo dare del voi al padre del mio ragazzo».

Nata a Partanna, in provincia di Trapani, la donna ha visto la sua vita cambiare nove giorni dopo il suo matrimonio, il 18 novembre 1985: «Ero ancora in viaggio di nozze, quando hanno ammazzato mio suocero – dice ai ragazzi – Da quel giorno mio marito, Nicola, ha giurato vendetta».  Droga e armi in casa sua non ne ha mai voluti: «Mio marito li portava in casa, io li facevo sparire. Quando se ne accorgeva mi massacrava, ma io quelle cose in casa mia non le volevo», ha raccontato la donna davanti a un centinaio di studenti che l’ascoltavano attentamente.

Nel 1991, già madre di una bimba di 3 anni, Piera assiste all’assassinio del marito. Da quel giorno, insieme alla cognata Rita Atria la sua ribellione alla mafia diventa palese: decide infatti di collaborare con il giudice Paolo Borsellino. «Quando lo incontrai non sapevo quale fosse il suo ruolo e non mi rendevo conto dell’importanza di quell’incontro – dice -. Da quel quel giorno Borsellino divenne per me non solo un magistrato, ma anche un amico».

Il magistrato venne ucciso in un attentato in via D’Amelio il 19 luglio del 1992. Rita Atria, che all’epoca aveva solo 17 anni, non regge lo shock e si suicida lanciandosi dal settimo piano di un palazzo romano.

Piera Aiello, che dal 2018 è membro della Camera dei Deputati per il M5S, ha vissuto per 27 anni sotto protezione, con un’identità di copertura, cambiando il suo nome per salvare se stessa e la propria figlia, continuando a lottare contro la criminalità organizzata.

All’incontro hanno partecipato l’assessore comunale di Ventimiglia Mabel Riolfo, il vicesindaco di Bordighera Mauro Bozzarelli, il capitano Francesco Giangreco, comandante della compagnia dei carabinieri di Ventimiglia e il vice comandante della Polizia locale Sandro Villano.

piera aiello ventimiglia

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