Sanremo, il gruppo ricerche Archeonervia: «Monte Caggio è una cassaforte della Preistoria»

1 ottobre 2019 | 08:53
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Sanremo, il gruppo ricerche Archeonervia: «Monte Caggio è una cassaforte della Preistoria»
Sanremo, il gruppo ricerche Archeonervia: «Monte Caggio è una cassaforte della Preistoria»
Sanremo, il gruppo ricerche Archeonervia: «Monte Caggio è una cassaforte della Preistoria»

«Abbiamo scoperto un spettacolare affioramento di roccia messo in opera dalla natura ricco di suggestione e di mistero»

Sanremo. «Con l’intento di trascorrere un giorno ospiti della natura e di raccogliere altre testimonianze sulle nostre origini, recentemente siamo ritornati ad esplorare le pendici del Monte Caggio dove, con grande stupore abbiamo scoperto un spettacolare affioramento di roccia messo in opera dalla natura ricco di suggestione e di mistero che non poteva passare inosservato ai primi cacciatori e pastori che hanno antropizzato la montagna che si è prestato per scolpire un volto caratterizzato da un forte prognatismo, per certi versi minaccioso» – fa sapere il gruppo ricerche Archeonervia.

«L’incisione sul monolite di una croce di cristianizzazione che ricorda le direttive emanate dalla chiesa dei primordi che imponeva di cristianizzare gli idoli pagani, autorizza a credere che in passato il blocco di roccia è stato oggetto di culto in quanto ritenuto animato da uno spirito. Tra le genti di Perinaldo resta il ricordo che il monolite è sempre stato un punto di riferimento della montagna che veniva indicato con la parola Scorticatoio. Toponimo che nasconde ricordo di fatti cruenti probabilmente legati a sacrifici.

Continuando ha scandagliare il bosco popolato da alberi secolari coperti dalle cicatrici causate dagli incendi, abbiamo poi scoperto un menhir posizionato in modo anomalo rispetto ad altri con possibilità di catturare l’ombra del sole il giorno del solstizio d’estate da un lato e il solstizio d’inverno dalla parte opposta.

I menhir sono blocchi di pietra infissi nel terreno che prendono il nome dal dialetto bretone ( men pietra- hir lunga ). Possono avere la forma piramidale, di obelisco, conica, lastriforme, triangolare e fallica. Talvolta conservano e tracce di lavorazione finalizzata al tentativo di voler schematizzare con sobrietà estetica la figura umana. Interpretare la loro funzione è sempre stato un terreno scivoloso da affrontare per gli studiosi di preistoria, tra le tante : la più lontana testimonianza di schematizzare la figura umana,marcatori del territorio,pietre tombali,monumenti per misurare il tempo e ha simbologia fallicache si legano al culto della fertilità. Interpretazioni che si contraddicono e si giustificano per la presenza dei menhir in ambiti geografici lontani tra di loro eretti nel corso di alcuni millenni motivo che induce a credere che col trascorrere del tempo la loro finalità abbia assunto mutamenti di natura ideologica legata al territorio» – dicono Bruno Calatroni, Stefano Albertieri, Aldo Ummerino e Paolo Ciarma.

Menhir a forma piramidale di cm 158 di altezza.

Tuttavia in ambito locale l’ipotesi più convincente sulla loro funzione, confortata da un’indagine svolta a studiarne gli orientamenti, è che abbiano avuto funzione calendariale in modo specifico per cogliere il primo raggio di sole il giorno del solstizio d’estate, quando l’ombra del menhir raggiunge il massimo della sua lunghezza e direzione, momento magico che segna l’inizio del ciclo della produzione e il ritorno della Terra Madre ad essere feconda.

Una funzione calendariale dei menhir che col passare dei millenni in età storica è stata dimenticata dalla popolazione contadina ma che ne ha continuato a subire l’attrazione come espressione del sacro e del divino grazie alla lungimirante tolleranza in materia religiosa dei romani a differenza dell’atteggiamento ostile e repressivo attuato della chiesa in quanto ritenuti idoli pagani.

Testimonianze del sub strato religioso pagano dei menhir ci giungono dai dettami pronunciati dalla chiesa durante i concili d’Arles del 452 di Nantes del 658 che imponevano di abbatterli oppure di cristianizzarli attraverso delle incisioni cruciformi e nel codificare nei penitenziali, manuali in uso in età medioevale dai confessori che contenevano l’elenco dei peccati, le pesanti penitenze da infliggere agli adoratori delle pietre.