Sanremo

“Non si può cogliere un fiore senza turbare una stella”, gli studenti dell’agraria a lezione dall’astrofisico di fama mondiale Alessandro Morbidelli fotogallery

Tante le domande dei ragazzi sulle possibili forme di vita aliena su altri pianeti

Sanremo. «Ho parlato di Galileo Galilei, del suo lavoro e delle sue scoperte, di cosa era noto all’epoca e di cosa è noto adesso». L’astrofisico di fama mondiale Alessandro Morbidellli era oggi all’Istituto Aicardi per la floricoltura e l’agricoltura. Il tema dell’incontro con gli studenti era “Non si può cogliere un fiore senza turbare una stella…” da un motto dell’astronomo Galileo Galilei.

Come il suo illustre predecessore anche Morbidelli si occupa di scienze planetarie, attualmente lavora presso l’Osservatorio della Costa Azzurra a Nizza. Si è interessato della dinamica del Sistema solare, soprattutto della formazione e migrazione planetaria (è uno degli sviluppatori del modello di Nizza) e della struttura della fascia principale degli asteroidi e della fascia di Kuiper. È membro della Unione Astronomica Internazionale. Dal 2010 è direttore del programma nazionale di planetologia francese.

Logicamente l’astrofisico è stato tempestato di domande dagli studenti dell’Aicardi, durante le varie lezioni che ha tenuto nel corso della mattinata. Molte di queste vertevano sulla presenza o meno della vita nello spazio, sotto forma di organismi alieni, che, se esistessero, potrebbero forse essere prima vegetali che animali se non addirittura umanoidi. «Sicuramente l’umanoide è l’ultimo stadio di un’evoluzione più complessa – spiega Morbidelli – Sicuramente devono esistere molti più pianeti con vite più primitive a livello di batteri o vegetali».

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