Processo La Svolta, a novembre udienza in Cassazione

12 settembre 2019 | 10:40
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Processo La Svolta, a novembre udienza in Cassazione
Processo La Svolta, a novembre udienza in Cassazione
Processo La Svolta, a novembre udienza in Cassazione

Il collegio difensivo è formato dagli avvocati Marco Bosio, Marco Noto, Luca Ritzu

Roma. Avrà luogo il prossimo 14 novembre l’udienza presso la Seconda Sezione della Corte di Cassazione, a Roma, relativa al processo per l’indagine antimafia ‘La Svolta’: l’inchiesta dei carabinieri, scattata il 3 dicembre del 2012, che portò allo scioglimento del consiglio comunale di Ventimiglia e di Bordighera. A cui fece seguito la sentenza del Consiglio di Stato che stabilì che non vi erano gli elementi per far decadere le amministrazioni di centrodestra guidate da Gaetano Scullino e Giovanni Bosio.

Davanti alla Suprema Corte compariranno i tre fratelli Maurizio Pellegrino (condannato in appello bis a 10 anni), RobertoPellegrino (9 anni e 3 mesi) e Giovanni Pellegrino (10 anni e 6 mesi); Antonino Barillaro (7 anni) e Giuseppe Cosentino (7 anni). Ci saranno anche le parti civili: i Comuni di Ventimiglia e Bordighera e la Regione Liguria. Il collegio difensivo è formato dagli avvocati Marco Bosio, Marco Noto, Luca Ritzu.

I fatti. Il primo cittadino di Ventimiglia e il city manager Marco Prestileo erano stati accusati dall’ex segretario generale Achille Maccapani, che i giudici della suprema corte, come quelli di primo grado e d’appello lo ritennero inattendibile, confermando le assoluzioni da ogni accusa. I processi in Tribunale a Imperia e in Appello a Genova avevano però portato alle prime condanne per associazione mafiosa in Riviera sottolineando la presenza della criminalità organizzata calabrese che aveva come referente la famiglia Marcianò a Ventimiglia. In primo grado era stata riconosciuta la presenza di una ‘locale’ anche a Bordighera, riconducibile alle famiglie Pellegrino e Barilaro. Il processo di secondo grado, invece, negò questa possibilità, che era fondata su dichiarazioni di alcuni pentiti. In primo grado Giuseppe Marcianò (morto nel gennaio scorso) era stato condannato a 15 anni e 4 mesi e il figlio Vincenzo a 7 anni e sei mesi, con loro, per il 416 bis, vennero condannate altre otto persone.