Itinerari

Dalla Villa Romana di Sanremo alla chiesa di San Giovanni Battista a Costarainera: viaggio tra i tesori nascosti della ciclabile

Un complesso di beni appartenenti a varie epoche, caposaldo di un modello di fruizione culturale da valorizzare

Ospedaletti - Loanesi, i goal

Imperia. Da Ospedaletti a San Lorenzo al Mare passando per Sanremo, Arma di Taggia, Riva Ligure e Santo Stefano al Mare: la Riviera dei Fiori vanta la ciclabile tra le più belle e più lunga d’Europa. Ventiquattro chilometri che nascondono un vasto patrimonio storico-artistico tra beni di epoca antica, medievale e anche più recente. Un complesso di tesori per la maggior parte sconosciuti agli stessi abitanti ma che un domani potranno diventare caposaldo di quel modello di fruizione culturale da valorizzare di cui l’archeologo e ispettore Mibact Claudio Mastrantuono ha parlato in un suo recente studio.

Si parte da Ospedaletti, un borgo poliedrico e conturbante che al suo interno custodisce una caratteristica chiesetta battezzata a Sant’Erasmo, protettore dei marinai. Qui il tratto di pista ciclabile è piuttosto corto, ciò, tuttavia, non sottrae le potenzialità turistiche e attrattive della struttura dalla quale, in lontananza, si possono scorgere i resti della sontuosa villa La sultana.

Dall’antico paese marinaro fondato dai Cavalieri di Rodi si arriva a Sanremo attraversando la galleria di Capo Nero: 1,7 chilometri che ripercorrono i momenti e i personaggi che hanno reso celebre “La Classicissima” (anche se mancano i vincitori delle ultime edizioni).  Tra immagini, frasi e tweet, il lungo tunnel sbuca nella Città dei Fiori, la cui prima attrattiva, proprio all’ingresso del centro città, è una villa romana di cospicue dimensioni che si apre ai piedi del Cimitero Monumentale della Foce. Come tramandano notizie di eruditi locali, la residenza appartiene al genere delle ville marittime e si può far risalire al I secolo d.C. Da qui rapidamente si arriva al Porto Vecchio, in particolare al complesso storico-archeologico che si sviluppo dentro e fuori il Forte di Santa Tecla, uno dei pochi esempi di architettura militare settecentesca giunto a noi praticamente intatto. Edificata dalla Repubblica di Genova come dimostrazioni di forza a seguito dell’insurrezione popolare del 1753, la struttura dopo il 1815 è diventata caserma e nel 1864 carcere giudiziario. Così fino al 1997, anno in cui è stata chiusa per ospitare lavori di restauro finalizzati all’apertura al pubblico che, concretizzatasi solo in anni recenti, oggi permette ai frequentatori della ciclopedonale di fare una sosta visitando mostre d’arte, rassegne musicali ed eventi di vario genere. Uscendo dal Forte, invece, potranno ammirare lo scavo archeologico effettuato su edifici post-medievali che ha portato alla luce un eccezionale tesoretto di monete del ‘600 e del ‘700 sepolto durante la rivoluzione del 1753. Tali reperti, con molti altri, sono visibili al Museo Civico di Palazzo Nota che si erge ai piedi del borgo medioevale denominato la Pigna. Sia il museo che la città vecchia sono meritevoli di una deviazione, al termine della quale, ritornando sulla ciclabile, sulla tratta che attraversa il torrente San Francesco si potranno osservare i ruderi dell’antico molo, mentre andando verso Levante, si costeggeranno parchi, giardini e residenze d’epoca, tra cui le splendide Villa Ormond, dove dal 2017 c’è il Floriseum – Museo del Fiore, e Villa Nobel, il «nido» dell’inventore della dinamite e filantropo Alfred Nobel.

Proseguendo oltre, dopo aver attraversato la galleria del promontorio di Capo Verde, si giunge alla frazione di Bussana a Mare da cui si può scorgere Villa Spinola. L’attuale sede dell’Azienda sanitaria locale è stata costruita all’inizio del XVIII secolo dal segretario di Stato del Papa Benedetto XIII, il cardinale Nicolò Lercari di Taggia, la cui famiglia nel 1885 l’ha ceduta al marchese Federico Spinola, senatore del Regno e ministro alla corte di Lisbona, che gli ha dato il nome che conserva tuttora. La Villa è immersa in un giardino rigoglioso e accoglie i visitatori mostrando una facciata su cui spiccano pregevoli disegni e lo stemma cardinalizio. A questo punto si può intraprendere il cosiddetto Taglio Napoleonico che conduce all’importante sito storico-archeologico del Promontorio dell’Arma. Qui si possono scoprire la Grotta dell’Annunziata, il porto che abbraccia la foce del torrente Argentina, una fortezza cinquecentesca e, soprattutto, un panorama mozzafiato che dalle montagne precipita sul mare fino al raggiungimento del comprensorio archeologico di Capo Don.

Quando Arma di Taggia sarà alle spalle, di fronte si aprirà uno dei siti più importanti per la storia del Ponente Ligure, con ogni probabilità punto strategico per la diffusione del Cristianesimo. In questi luoghi, infatti, nel 1937 Nino Lamboglia eseguì scavi stratigrafici, che portarono alla luce una basilica paleocristiana risalente al VI secolo, a seguito dei quali, negli anni 2000 sono state rinvenute strutture murarie di una villa romana che collocano l’area sull’antico itinerario Antonini.

Si arriva così a Riva Ligure dove la ciclabile corre affiancando la chiesa di San Maurizio Vecchio, ora santuario della Madonna del Buon Consiglio. Come scrive Mastrantuono: «Appare ormai chiaro che la colonizzazione romana operata dalla fine del II secolo a.C e soprattutto la costruzione di una viabilità costiera, sviluppata tra lo scorso del I secolo a.C. e l’età imperiale romana abbia costituito un fattore di attrazione verso la costa per le popolazioni liguri stanziate nell’entroterra. La collocazione della chiesa di San Maurizio appare strategia e la viabilità che conduce all’edificio sacro può essere coincidente con via romana Iulia Augusta».

Dopo una tappa obbligata fra i vicoli di Riva Ligure nel cui centro non si può non notare l’imponente torrione di avvistamento del XVI secolo, si arriva alla ex-stazione ferroviaria di Santo Stefano al Mare in cui è stato allestito il Museo del Relitto Romano, una delle più importanti testimonianze sui traffici marittimi che durante l’epoca romana interessarono le coste della Liguria. Anche in questa tappa non mancano i punti di interesse dal valore storico-archeologico, tra cui la torre ennagonale, l’unica in Italia realizzata nel 1556 a protezione della cittadina dalle incursioni saracene. Senza dimenticare che attualmente sul fondale marino, a circa 58 metri di profondità e a due miglia e mezzo dalla costa, è visibile un deposito di anfore romane risalenti al I secolo a. C.

Pit stop successivo è costituto dal borgo di San Lorenzo al Mare. Prima però è possibile prendere la famosa strada per ciclo-amatori, la “Cipressa”, esplorando luoghi che se non attraversano direttamente la ciclabile la scrutano dall’alto. È il caso di Costarainera, dove di grande attrattiva turistica è la chiesa di San Giovanni Battista al cui interno si trovano prestigiose opere d’arte come un polittico raffigurante San Sebastiano e Santa Lucia. C’è poi, appunto, Cipressa e, soprattutto, la frazione di Lingueglietta che fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia con i resti del castello e la restaurata chiesa-fortezza.

Dopo aver avvistato la fortificazione della Gallinara uscendo dal borgo, si può ritornare sulla costa e raggiungere San Lorenzo al Mare, il paesino dalla forma ad àncora che con le sue case colorate chiude questo ricco e sorprendente percorso.

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