Valle argentina

Molini di Triora, scoperto labirinto proto storico realizzato con 7 circoli di pietre

Ritrovamento del gruppo ricerche archeologiche Archeonervia

Molini di Triora, labirinto proto storico

Molini di Triora. Andrea Eremita del gruppo ricerche archeologiche Archeonervia scrive quanto segue:

“Recentemente il caldo di stagione ci ha spinti ha esplorare le alture di Molini di Triora dove, oltre aver fatto un incontro inaspettato con un lupo che sorpreso per la nostra presenza si è subito allontanato , abbiamo fatto una incredibile, sensazionale, bellissima scoperta archeologica che per interesse travalica i confini nazionali: la localizzazione a 1500 metri di altitudine di un labirinto di 18 metri di diametro realizzato con circa 200 massi disposti in fila che hanno dato forma a 7 anelli ognuno di dimensioni gradualmente ridotte.

Non la ricostruzione di un labirinto come è stato fatto in alcune località turistiche , ma un vero autentico gioiello archeologico unico in Italia riemerso dalle nebbie del passato che va ad aggiungersi agli oltre 250 reperti già inventariati sul territorio che ci hanno fatto conoscere un glorioso passato che molti avrebbero preferito fosse rimasto nel nulla e al tempo stesso rivelato il grande contributo dato dall’estremo Ponente Ligure al lungo processo di Neolitizzazione, importante crocevia di tutte le spinte culturali provenienti dal bacino de Mediterraneo

Dalle prime indagini con grande stupore è subito parso evidente che per forma architettonica e numero di anelli, il labirinto aveva un confronto con delle rappresentazioni di arte rupestre di alcuni siti archeologici d’Europa, tra i quali quello della Val Canonica nel bresciano, di Pontevedra in Spagna, di Rocky Valley in Inghillterra e Wolliwood Stone in Irlanda. Un confronto che ha reso possibile stabilire con approssimazione la datazione del monumento preistorico che oscilla verosimilmente tra il II e il I millennio a.C. .

Quando si parla di labirinto il pensiero in modo istintivo ritorna alla leggenda del Minotauro e al Labirinto di Creta dove un mostro metà uomo e metà toro era stato imprigionato, ma in realtà le origini di questo simbolo pieno di mistero che accompagnerà tutta la storia dell’umanità ha le sue origini con la nascita delle prime civiltà in Mesopotamia da cui in seguito ha iniziato a diffondersi su tutti i continenti, fenomeno che nessuno sa spiegarsi.
Interpretare il significato simbolico e la funzione del labirinto in assenza di fonti letterarie, è sempre stato un terreno scivoloso da affrontare per gli studiosi di preistoria, motivo che ha generato un rosario di soluzioni discordanti che in parte si giustificano per i ritrovamenti fatti in luoghi lontani tra di loro in ambiti geografici diversi.

Nel caso specifico l’interpretazione più attendibile che non può essere disgiunta da luogo del ritrovamento avvenuto in ambito pastorale , è che il labirinto abbia avuto una funzione cosmologica religiosa. Un luogo di culto di forte richiamo nel periodo della transumanza estiva scandita dal solstizio d’estate con all’interno un percorso rituale da compiere durante cerimonie religiose per celebrare l’eterno ritorno della natura ad essere feconda.

Nel corso della storia il labirinto ha subito varie e significative trasformazioni che riflettono tutte le tappe del pensiero umano mettendo radici in tutte le civiltà e religioni , non ultima la chiesa attraverso innumerevoli rappresentazioni di labirinti nei pavimenti delle cattedrali di tutta Europa. Tra i tanti, il più celebre è il labirinto della cattedrale di Chartres di 13 metri di diametro

Collaboratori: Bruno Calatroni, Stefano Alberieri, Aldo Ummarino e Paolo Ciarma”.

 

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