Le dichiarazioni

Imperia, Sinistra in Comune-Sinistra Italiana: “In consiglio comunale approvate misure negative per il futuro della città”

"Per salvarla, Scajola non può fare a meno di risparmiare tagliando un asilo nido comunale pubblico di qualità che garantisca l'accesso a tutti a prescindere dalle possibilità economiche delle famiglie"

Imperia generica

Imperia. Le dichiarazioni di Sinistra in comune – Sinistra italiana in seguito all’ultimo consiglio comunale:

Nell’ultimo consiglio comunale di Imperia sono state approvate misure molto gravi e e negative per il futuro della città, ma si è assistito anche allo scempio del senso di importanti parole e concetti del lessico comune.

Si è ribaltato il senso della parola realtà quando il Sindaco ha annunciato, in una città piena di rifiuti di ogni tipo ammucchiati fuori dai bidoni, che la percentuale di raccolta differenziata avrebbe avuto in pochi giorni dall’avvio del nuovo sistema di raccolta, un consistente aumento. Ci permettiamo di consigliare al Sindaco un ripasso delle regole per il calcolo delle percentuali, che per essere credibili, non possono essere determinate dimenticandosi di inserire al denominatore tutta la spazzatura ancora abbandonata in città.

Si è poi stravolto quello del verbo salvare, quando la maggioranza ha dato il via libera alla manovra “salva” Imperia che prevede di “salvare” il bilancio comunale con quattro misure cardine. La riorganizzazione del sistema di incasso dei parcheggi per risparmiare un pò di iva, la vendita di villa Carpeneto, la cancellazione della riduzione della tari per i locali che non installano slot machine e, dulcis in fundo, lo smantellamento del servizio pubblico degli asili nido.
Perché per “salvare” Imperia si devono far quadrare i conti, magari allo stesso modo di quelli sulla raccolta differenziata.

Per rientrare in dieci anni dal deficit di 11 milioni di euro del bilancio del comune e quindi “salvare” la città l’amministrazione Scajola non può fare a meno di risparmiare poco più di 30.000 euro l’anno annullando una giusta agevolazione sulla tassa rifiuti. Non può farne a meno anche perché deve coprire la spesa di un nuovo consulente assunto per migliorare il nuovo “efficiente” sistema di raccolta dei rifiuti che per ironia della sorte è praticamente dello stesso importo.

Per “salvare” la città, Claudio Scajola non può fare a meno di risparmiare tagliando il “privilegio” che questa città non può più permettersi, ovvero un asilo nido comunale pubblico di qualità che garantisca l’accesso a tutti a prescindere dalle possibilità economiche delle famiglie. Alla “casta” dei bambini imperiesi si garantirà quindi un più “giusto” ed economicamente “etico” servizio che sarà garantito, grazie alle “note” capacità di riduzione dei costi del privato, a metà del costo attuale per il comune e soprattutto con la metà del personale qualificato attualmente utilizzato.

Perché evidentemente per “salvare” Imperia bisogna da subito più che raddoppiare le tariffe e poi dimezzare gli educatori professionali degli asili, e così forgiare alle asprezze della vita le nuove generazioni attualmente evidentemente troppo coccolate e quindi destinate a diventare viziate.

Perché, come ci ha spiegato uno dei rappresentanti della maggioranza che ha votato queste misure, in Italia non si fanno più bambini per colpa della legge 194, non certo perché magari portare un figlio all’asilo costa ormai come la retta di un club esclusivo di golf.

Per “salvare” la città bisogna infine mettere sul mercato uno dei più pregiati beni della città (villa Carpeneto ed il suo parco) nel quale molte menti, evidentemente poco attente al “salvezza” della città, avevano ipotizzato progetti di recupero ad uso pubblico.

Insomma l’amministrazione Scajola ha già messo in chiaro quale sarà l’Imperia del futuro. Una città “salvata” dall’ingombro di strutture pubbliche da valorizzare e liberata dal peso di costosi privilegi come i servizi pubblici all’infanzia.

Verrebbe da dire che Imperia dovrebbe essere salvata da questa sorte non fosse che questo termine, dopo quanto sentito in consiglio comunale, suoni un po’ sinistro”.

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