Imperia, si è aperto il processo a carico di Vincenzo Pinna per il rogo della pizzeria “Nomadi 2”

Deve rispondere di incendio doloso e di tentata truffa ai danni dell’assicurazione
Imperia. Si è aperto stamattina davanti al giudice monocratico Laura Russo il processo a carico di Vincenzo Pinna, il 50enne pizzaiolo gestore del locale “I Nomadi 2” di Pontedassio, accusato dell’incendio doloso che, nella notte tra il 27 e il 28 febbraio scorsi di un anno fa aveva ha distrutto la pizzeria. A carico di Pinna difeso dall’avvocato Sandro Lombardi pende anche l’accusa di tentata truffa all’assicurazione.
Il giudice Russo ha fissato per il 17 giugno prossimo l”udienza per il giuramento del perito, l’ingegner Taricone che dovrà occuparsi delle intercettazioni telefoniche, mentre il 18 novembre verranno ascoltati i testi del pubblico ministero.
Vincenzo Pinna che è rimasto agli arresti domiciliari da agosto 2018 fino a questo mese ha precedenti specifici.
A smascherarlo erano stati gli agenti della Polizia di Stato, intervenuti insieme ai Vigili del Fuoco la notte dell’incendio. Fin da subito, l’ipotesi più accreditata alla base dell’incendio era stata quella del dolo. Pinna, che all’epoca dei fatti, abitava in un appartamento nello stesso stabile, distrutto anch’esso dalle fiamme.
All’indomani dell’incendio, Pinna aveva dichiarato alla stampa e alla Polizia la sua disperazione per la perdita subita. Ma l’intensa attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile di Imperia ha integralmente sconfessato l’alibi fornito dall’uomo che aveva affermato di essere, al momento dell’evento delittuoso, in località distante alcuni chilometri, dimostrando invece, grazie ad intercettazioni telefoniche e testimonianze raccolte, la sua presenza nei pressi nel luogo del commesso reato nei minuti immediatamente precedenti e successivi all’incendio.
Fondamentali sono stati i rilievi della polizia scientifica e l’importante attività di ricostruzione minuziosa effettuata dalla squadra mobile attraverso acquisizioni e indagini tecniche visionando decine di impianti di videosorveglianza pubblici e privati, ricostruendo il percorso fatto dal piromane prima di appiccare l’incendio. Sul movente, che sarebbe legato a motivi economici, proseguono le indagini della polizia. Pinna non versava in buone condizioni economiche: potrebbe aver dato fuoco al locale nella speranza di incassare l’assicurazione.