Il delitto

Taggia, sei accettate per uccidere la sorella. Enzo Agostino resta in carcere

E' accusato di omicidio volontario

Taggia. Resta in carcere Enzo Agostino, 62 anni, accusato di omicidio volontario per la morte della sorella Palma, 71 anni, trovata in un lago di sangue nella propria camera da letto dell’abitazione al civico 32 di via Borghi. Ad ucciderla sono state sei accettate, profonde, quasi tutte sul capo.

Sono i nuovi particolari sull’efferato delitto che emergono dopo la convalida dell’arresto da parte del gip Paolo Luppi di Imperia che, accogliendo la richiesta del pm Luca Scorza Azzarà, ha disposto la custodia cautelare in carcere di Agostino, attualmente  ricoverato presso il reparto di Medicina dell’ospedale di Imperia per le precarie condizioni psicofisiche in cui versa, dato che non mangia e non beve da diversi giorni.

Stando a quanto ricostruito fino a ora, Enzo, custode del cimitero di Valle Armea, potrebbe aver aggredito la sorella nel sonno. Un particolare, questo, che emerge dal fatto che nessuno dei vicini ha udito delle urla. I colpi di accetta sarebbero stati inferti nella prima mattinata, quando la donna era ancora a letto. Il corpo della vittima, però, è stato trovato in un angolo della camera: sarebbe caduto dopo la violenta aggressione.

La stanza era un mattatoio, con schizzi di sangue finiti sul muro e sul pavimento. Enzo, però, non era sporco di sangue. Per accertare la presenza di piccole macchie ematiche sui vestiti bisognerà attendere gli accertamenti ematici sugli abiti. Sulla scena del crimine è stato trovato anche un asciugamano sporco di sangue.

Il mistero resta ancora un movente, anche se sembra che si tratti di problemi legati alla convivenza.

I legali della difesa, gli avvocati Stefania De Maria e Giovanni Musso, chiederanno probabilmente una perizia psichiatrica per il loro assistito.

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