Collegio

Imperia, ospite del centro di accoglienza a processo per violenza sessuale: il racconto della presunta vittima

“Se vai dalla polizia a raccontare tutto”, avrebbe detto l’accusato, “Troverò il modo di fartela pagare”

tribunale

Imperia. “Gli dicevo di smetterla. Provavo a mettermi in piedi, ma non ce la facevo. Non ha lasciato nemmeno che mi rivestissi, ha detto che doveva farlo lui. E’ stato umiliante”. E’ con queste parole che stamani, davanti al giudice collegiale di Imperia, si è aperta la testimonianza di una 30enne di Ventimiglia, parte offesa al processo per violenza sessuale aggravata, che vede sul banco degli imputati un marocchino di 32 anni, irregolare in Italia, all’epoca dei fatti, il 2016, ospite del centro di accoglienza gestito dalla Croce Rossa, nei pressi della stazione della città di confine.

Nel processo la presunta vittima non si è costituita parte civile. Da sola, senza nessun avvocato, è entrata nell’aula del tribunale davanti al collegio presieduto dal giudice Donatella Aschero, con a latere i giudici Massimiliano Botti e Silvia Trevia, e ha risposto prima alle domande del pubblico ministero Enrico Cinella Della Porta e poi dell’avvocato della difesa.

Una ricostruzione difficile, quella fatta dalla donna, che ha ripercorso la storia con il 32enne, iniziata quasi per caso a Ventimiglia, in stazione, dove i due giovani si sono conosciuti: era il 2016 e in piazza Cesare Battisti era presente il centro di accoglienza della Croce Rossa che ospitava decine di migranti, tra cui il magrebino. 
Dal semplice scambio di parole, i due hanno iniziato a frequentarsi, ma fin dall’inizio la relazione è stata un continuo di alti e bassi, segnata da litigi e incomprensioni. Le cose peggiorano quando l’uomo inizia a frequentare un’altra donna, dalla quale ha anche un figlio. Nonostante questo, però, la donna racconta che il marocchino continuava a tormentarla, fino ad arrivare ad appostarsi sotto casa sua a Imperia. Quella notte, per evitare scenate e non svegliare i vicini di casa, la donna fa entrare l’ex fidanzato che, al culmine di una lite, la trascina in camera da letto e, secondo quanto dichiarato dalla giovane, “ha con me un rapporto sessuale senza il mio consenso”. Lei prova a opporsi, ma non riesce: lui le sfila i pantaloni e la stupra.

“Se vai dalla polizia a raccontare tutto”, avrebbe detto l’accusato, “Troverò il modo di fartela pagare”.

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