Il caso

A Ventimiglia i migranti della Diciotti, l’ironia di Salvini: “Vanno in giro per l’Italia in pullman”

Sicuramente Macron, che è così buono, li accoglierà in Francia! O no?"

Ventimiglia. “Mi indagano perché li avrei “sequestrati” e vanno in giro per l’Italia in pullman… Sicuramente Macron, che è così buono, li accoglierà in Francia! O no?”. Lo ha scritto sulla propria pagina Facebook il ministro dell’Interno Matteo Salvini (Lega), commentando la notizia dell’arrivo a Ventimiglia di alcuni migranti sbarcati dalla Diciotti lo scorso 26 agosto.

Sarebbero infatti 34 i migranti, tra cui alcuni eritrei, accompagnati in pullman al Campo Roja di Bevera dall’associazione umanitaria Baobab, che li ha prelevati nei pressi della stazione Tiburtina di Roma. Un accompagnamento vicino al confine non autorizzato da nessuna istituzione: della decisione presa dall’associazione erano all’oscuro sia Prefettura che Questura che Comune.

“Assurdo”, ha commentato l’onorevole ventimigliese Flavio Di Muro (Lega), “Ora che si cominciava a vedere un deciso calo di presenze a Ventimiglia, questa organizzazione “Baobab” si inventa le trasferte su richiesta del migrante! Mi pare una provocazione nei tuoi confronti ma a pagare è ancora una volta Ventimiglia. Forza Matteo Salvini non mollare!”.

Già la scorsa settimana, ha reso noto il responsabile del campo, Insa Moussa Ba Sané, a Ventimiglia erano giunti 14 migranti della nave Diciotti, balzata agli onori della cronaca per il pugno di ferro tra il Governo italiano, che impediva lo sbarco dei migranti a bordo della nave, l’Unione Europea e le associazioni umanitarie che attaccavano il ministro dell’Interno Matteo Salvini, indagato dalla Procura di Agrigento per sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale.

Il 26 agosto scorso, dopo cinque giorni di trattative, trascorsi sul pattugliatore della guardia costiera ormeggiato nel molo di Levante del porto di Catania, tutti i migranti sono stati fatti sbarcare. I primi a scendere sono stati 12 giovanissimi, presi in consegna da personale della Croce Rossa italiana. Dopo l’identificazione sono stati trasferiti nell’hot-spot di Messina in attesa della successiva distribuzione tra Chiesa italiana, un centinaio, Albania e Irlanda, una ventina ciascuno.

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