Bordighera

Villa Regina Margherita può riaprire senza interventi milionari: il rammarico della fondazione Terruzzi

Il muro crollato nel 2014 può essere messo in sicurezza senza spendere 1 milione di euro

Bordighera. Villa Regina Margherita, chiusa nel 2014 a seguito del crollo di un muro esterno durante un’alluvione, può riaprire con interventi molto più economici rispetto a quelli preventivati. A dirlo è una perizia commissionata all’ingegnere Giuseppe Bessone dall’amministrazione Ingenito.

La dimora che ospitò la regina Margherita di Savoia e che fu sede del museo allestito dalla Fondazione famiglia Terruzzi – che intervenne nel restauro della villa investendo oltre 8 milioni di euro – potrà essere la location per la mostra di Monet nella primavera del 2019. Una notizia positiva, considerato che del milione di euro preventivato nel 2014 a seguito della perizia effettuata all’indomani del crollo dall’ingegnere Bartolomeo Visconti, per il rifacimento completo del muro in parte crollato, basterà che il Comune investa molto meno per mettere in sicurezza il manufatto e riaprire così la villa a cittadini e turisti.

Ma la notizia non ha fatto che aumentare il rammarico della Fondazione famiglia Terruzzi che, dapprima costretta ad abbandonare la villa per questioni di sicurezza, viene ora a sapere che la chiusura si sarebbe potuta evitare, con poche decine di migliaia di euro. Per questo l’avvocato della fondazione, Silvia Pansieri, ha scritto al sindaco una lettera da cui traspare tutto lo sconforto per quanto accaduto.

“Ho appreso con sorpresa o meglio convivo sconcerto che il muro collassato dopo le forti piogge del novembre 2014 si può riparare e non rifare con costi assai più bassi di quelli che a suo tempo comunicati e che si poteva evitare questa lunga chiusura di Villa Regina Margherita“, si legge nella missiva, “Rammento che a seguito degli eventi sopra citati il Comune di Bordighera comunicò al consiglio di amministrazione della fondazione che la messa in sicurezza del muro della villa da ricostruire interamente avrebbe comportato un costo di circa 1 milione di euro, somma che non risultava in alcun modo reperibile con conseguente necessità, per la primaria tutela della incolumità pubblica, di chiudere la villa al pubblico e quindi cessare ogni attività museale a tempo indeterminato”.

“Tale circostanza”, continua, “Ha posto a sua volta il consiglio di amministrazione della fondazione nella necessità di avviare la procedura di liquidazione della fondazione stessa di porre perciò fine all’iniziativa che la famiglia aveva intrapreso pochi anni prima con le istituzioni locali per dotare il territorio dell’estremo ponente ligure di un polo museale e culturale di assoluta eccellenza, come riconosciuto a livello sia nazionale che internazionale. A riguardo è appena il caso di rammentare che la famiglia Terruzzi aveva investito diversi milioni di euro nel completo restauro dell’immobile di proprietà del Comune di Bordighera e della Provincia di Imperia, concedendo altresì comodato trentennale gratuito e una ricca dotazione di opere d’arte di ingente valore, a fronte dell’impegno contrattuale assunto dal Comune di Bordighera e dalla Provincia di Imperia di sostenere il costo della gestione dell’attività museale”.

“Apprendere ora, a distanza di pochi anni, che il danno al muro può essere agevolmente riparato in piena sicurezza ad un costo con ogni evidenza largamente inferiore a quello a suo tempo comunicato, così da poter rapidamente consentire alla villa di ospitare una prossima mostra di Monet”, conclude l’avvocato, “Non può che generare una grande amarezza e confermare la sensazione, anche alla luce delle continue defatiganti resistenze incontrate nella gestione della fondazione nel corso della sua breve vita, che le istituzioni pubbliche coinvolte non abbiano a suo tempo, quantomeno, ritenuto di fare alcun serio sforzo per impedire la chiusura dell’attività museale che si erano per contratto impegnate a sostenere”.

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