Dal sud dell’India a Ospedaletti: sei monaci tibetani realizzeranno il Mandala di Cenresig



I monaci lavoreranno dal 28 al 31 agosto: una volta realizzato, il Mandala verrà distrutto a significare l’impermanenza di tutti i fenomeni, compresa la vita
Ospedaletti. Dal 28 al 31 agosto, presso la “Sala Piccola” al civico 1 di via XX Settembre, sarà possibile assistere alla realizzazione del Mandala di sabbia dei monaci del Jadrel Khangtzen del monastero di Sera Jhe, nel sud dell’India.
Sei monaci tibetani, con il loro maestro, venerabile Thamthog Rinpoche, lavoreranno alla realizzazione del un Mandala di Cenresig dedicato alla compassione.
L’evento, patrocinato dal Comune di Ospedaletti, è stato organizzato dal Centro Ghe Pel Ling di Milano e dal locale Centro Studi Kalachakra, che quest’anno festeggia i 30 anni dalla sua fondazione.
All’interno della “Sala Piccola”, inoltre, potrà essere visitata una mostra fotografica dedicata ai Mandala a cura della scultrice e fotografa Anna Diciommo.
A spiegare il significato del Mandala, termine sanscrito che significa “cerchio” o “diagramma cosmico”, è Christian Giraudo, presidente del Centro Studi Kalachakra: “Il Mandala di sabbia colorata rappresenta indubbiamente una delle espressioni più originali e raffinate dell’intera tradizione artistica del Buddhismo Tantrico. La composizione di un Mandala, che viene realizzato con infinita pazienza fin nei suoi minimi dettagli disponendo milioni di granelli di sabbia su di un supporto rigido e piano, può richiedere giorni o addirittura intere settimane”.
Una volta completato, il Mandala viene distrutto per simboleggiare l’impermanenza di tutti i fenomeni e la sabbia che lo compone viene spazzata via e raccolta per poi essere dispersa nella acque di un fiume, affinché la corrente possa trasportare nel mondo l’energia divina in essa contenuta e trasmetterne i benefici di purificazione e guarigione all’ambiente ed ad ogni altra creature che lo popola.
Per la creazione del Mandala di solito si utilizza sabbia finissima di diversi colori, a cui talvolta si aggiungono polveri ricavate da erbe e fiori, o frammenti di pietre colorate.
“Nell’antichità venivano utilizzate anche gemme e pietre preziose”, ha aggiunto il suo vice, Adriano Martini, “Il lapislazzuli veniva usato per il blu, il rubino per il rosso, e così via. Il Mandala di sabbia colorata, la cui iconografia tradizionale comprende una serie di figure geometriche ed una articolata simbologia spirituale, rappresenta un veicolo di consacrazione della Terra e di tutti gli esseri senzienti. I monaci buddisti sono in grado di realizzare decine di Mandala diversi che conoscono tutti a memoria”.
Generalmente, ogni Mandala racchiude in sé molteplici significati. A livello esteriore, esso rappresenta il mondo nel suo aspetto divino; ad un livello più profondo, costituisce la mappa di un percorso iniziatico capace di condurre chi la contempla verso l’illuminazione, e ad un livello segreto, raffigura il perfetto equilibrio delle energie sottili che scorrono all’interno del corpo e la chiara purezza mentale che deriva dall’illuminazione.
Si ritiene che la creazione di un Mandala di sabbia agisca come mezzo di purificazione e di guarigione su ciascuno di questi tre livelli.
Ogni sistema tantrico ha il suo Mandala, che simboleggia un particolare approccio esistenziale e spirituale. Essi vengono creati a scopo di guarigione della Terra e di tutte le creature che la abitano, ogni qualvolta si renda necessario.