Frontiera

Ventimiglia, diminuiscono gli sbarchi ma aumentano i migranti al Campo Roya

Smentiti gli "sconfinamenti" delle forze dell'ordine francesi

migranti corridoio umanitario

Ventimiglia. Nonostante la diminuzione (-77,54%) degli sbarchi rispetto al 2017 (dati del Ministero dell’Interno dal 1 gennaio 2018 fino al 25 giugno 2018 comparati con i dati riferiti allo stesso periodo per il 2017), continuano ad aumentare i migranti ospiti al centro di accoglienza allestito dalla prefettura e gestito dalla Croce Rossa al Parco Roja i “Al momento ci sono circa 480 migranti che dormono al campo”, ha spiegato Insa Moussa Ba Sané, responsabile del centro di accoglienza, “Di giorno i numeri aumentano e si superano le 500 persone”.

All’interno del campo, dove ogni giorno si registrano dai trenta ai cinquanta nuovi ingressi, sono presenti una ventina di donne, quasi tutte eritree, e una ventina di minori tra i 16 e i 17 anni che hanno raggiunto il confine da soli. Le nazionalità prevalenti sono sudanese, eritrea e nigeriana. “Registriamo questo incremento di ospiti da quando è terminato il mese di Ramadan”, ha aggiunto Insa Moussa Ba Sané, “Da quel momento i numeri sono raddoppiati”. Secondo il responsabile del campo i migranti riescono a oltrepassare il confine con la Francia nonostante i controlli serrati: “Le persone non sono mai le stesse. Stanno qui una settimana e poi ripartono: questo significa che riescono a passare la frontiera”.

Oltre a chi sceglie di recarsi al campo Roja, in città sono presenti altri 200-300 migranti che dormono all’addiaccio. I controlli da parte della polizia francese, invece, preoccupano i lavoratori frontalieri, che ogni giorno temono di non riuscire a raggiungere in tempo il luogo di lavoro per via delle lunghe code che si formano in frontiera quando la Police Nationale controlla i bagagliai delle auto cercando possibili migranti nascosti e chiede i documenti agli automobilisti in transito. Fonti della Frontiera fanno però sapere che si tratta di normali controlli a campione e che nulla è cambiato, dopo le diverse dichiarazioni di leader politici italiani e stranieri, a livello di cooperazione tra forze dell’ordine italiane e colleghi d’Oltralpe.

I francesi sono autorizzati da un accordo bilaterale a transitare sul territorio italiano con i propri mezzi. Possono farlo, per attività non operative ma logistiche, nel tratto di strada che collega Ponte San Ludovico, a Ventimiglia, alla frontiera di Fanghetto, nel territorio comunale di Olivetta San Michele. Così come la polizia italiana può transitare in territorio francese per raggiungere più velocemente Ponte San Luigi (frontiera alta) da Ponte San Ludovico (frontiera bassa) e viceversa senza bisogno di tornare in Italia e dover percorrere un tragitto molto più lungo. Dopo i fatti di Bardonecchia, quando gli agenti di polizia di dogana francese avevano effettuato un blitz nella sala della stazione in Alta Val Susa, gli accordi bilaterali di Chambéry erano stati sospesi, ma lo scorso 28 maggio, con un accordo a livello locale, è stata ristabilita la possibilità di transito nei territori italiano e francese da parte delle forze di polizia dei due Stati confinanti. Così come è la sospensione dal trattato di Schengen a prevedere la possibilità dei francesi di effettuare controlli in frontiera.

Sembrerebbero, dunque, non esserci stati “sconfinamenti” o invasioni di territori italiani da parte dei francesi. Un’auto della gendarmerie fotografata nella piazzetta del Comune di Airole aveva fatto scoppiare il caso: si trattava, però, di un’esercitazione programmata che si svolge da diversi anni e che prevede un addestramento in montagna reciproco con gli italiani impegnati in Francia e i francesi in Italia. Sulla situazione, l’onorevole ventimigliese Flavio Di Muro (Lega) sta preparando un dossier da consegnare al ministro dell’Interno Matteo Salvini.

“Il 28 e il 29 giugno si riunirà il Consiglio d’Europa”, dice Di Muro, “Si parlerà del tema “immigrazione”: sto lavorando perché la situazione di Ventimiglia sia presente all’interno di questa partita perché ritengo che i problemi della città debbano essere risolti rivedendo tutta una serie di normative, accordi internazionali e patti bilaterali che incidono per l’80% sulla situazione di Ventimiglia. Se noi consideriamo Ventimiglia come un tappo dei flussi, allora dobbiamo intervenire sui flussi, più che sul tappo. La soluzione più rapida per risolvere i problemi di Ventimiglia, è chiedere che le frontiere vengano riaperte”.

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