Sanremo. Era quasi fatta per l’accordo sull’introduzione della tassa di soggiorno anche nel comprensorio che unisce Sanremo, Taggia e Ospedaletti, prevista per il 1 gennaio del 2019.
Invece sono arrivate le prime preoccupazioni alla vigilia dell’incontro di questa mattina a Palazzo Bellevue nel tavolo del turismo a cui partecipano i rappresentanti degli enti coinvolti e delle categorie.
All’indirizzo dell’assessore Marco Sarlo è infatti arrivata una lettera firmata da Federalberghi (presidente Igor Varnero), con la quale si chiede all’Amministrazione di fermarsi e riflettere sull’introduzione della misura prevista dal ‘patto del turismo’ regionale, alla luce del contratto di governo tra M5S e Lega che ne prevederebbe l’abolizione.
Attualmente a ponente sono partite solo Ventimiglia e Dolceacqua e Sanremo sta trattando l’introduzione della tassa sulle presenze turistiche con Taggia ed Ospedaletti.
L’assessore Sarlo ha voluto comunque confermare alle categorie – Federalberghi, Federturismo e Assoturismo – la volontà del Comune di andare avanti, salvo stoppare la pratica nel caso di modifiche alla normativa nazionale.
“Il mio auspicio è che l’imposta venga allargata a tutta la provincia”, ha spiegato l’assessore al turismo. Anche se Diano Marina, Chiappori (Lega), e più in là Alassio, temporeggiano per motivi diversi, mentre il nuovo sindaco di Bordighera Vittorio Ingenito si dichiara contrario.
Ancora: “Sono risorse necessarie per la promozione turistica, di questo gli albergatori hanno coscienza. E’ una garanzia aver il 60% per legge destinabile solo in accordo con le associazioni. Bisogna anche rendere la tassa chiara e comprensibile nella sua applicazione ai turisti che prenotano online”.
Il confronto si è infine spostato sugli aspetti pratici della bozza di regolamento e sullo schema di suddivisione delle risorse. Un’ipotesi di 0,50 centesimi a stella oppure in percentuale a seconda del fatturato della struttura alberghiera.
Per le categorie il timore rimane e la preoccupazione maggiore è un’applicazione spalmata a macchia di leopardo. “O tutti o nessuno“. Questo chiedono gli operatori del settore.
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