Caso taggiasca

Coldiretti e associazioni dei consumatori a difesa della Dop

Impossibile tracciare il Dna. Coldiretti invita tutti gli interessati a discutere sulla base di documentazioni scientifiche certe. Presentato ricorso al Tar contro le decisioni del ministero

Diano Marina. Conferenza stampa congiunta di Coldiretti e associazioni dei consumatori a difesa della Dop “Taggiasca”. Nei locali della “Vegia Diàn” erano presenti il presidente regionale Coldiretti Giulio Boeri, il vice Carlo Siffredi, il direttore della sezione di Imperia Imperia Domenico Pautasso, Angelo Belfatti (Adoc) Santino Camonita (Assoutenti), Giorgio Lugli (Codacons), Alberto Martorelli (Lega Consumatori).

All’iniziativa hanno dato la loro adesione anche Adiconsum, Casa del Consumatore, Federconsumatori e Sportello. In sostanza, tutte le Associazioni liguri dei Consumatori.

Il perché di questa alleanza è presto detto: si tratta di difendere chi produce e chi consuma, garantendo la trasparenza dei prodotti e la loro tracciabilità. In particolare è stato messo l’accento sulla necessità di salvaguardare i produttori liguri di olive taggiasche da prodotti ottenuti dalla stessa cultivar ma provenienti da Paesi che con “Taggia” hanno ben poco da spartire, come Spagna, Albania, Tunisia, o anche da altre zone d’Italia dove ormai si coltiva taggiasca. Esiste un sistema per distinguere i prodotti liguri da quelli di altre località? Si era parlato di farlo attraverso l’esame del Dna, ma il Parco Tecnologico Padano, l’Ente nazionale che si occupa di questo tipo di ricerche e certificazioni, risponde chiaramente che allo stato attuale non esiste alcuna possibilità di sapere, attraverso l’esame del Dna di un’oliva taggiasca, se è stata coltivata in Italia o altrove.

Il Dna di un’oliva Taggiasca prodotta in Liguria è uguale in tutto e per tutto a quello di un’oliva prodotta altrove. Per l’olio, poi, la cosa è ancora più complicata, perché estrarne il Dna è oggi praticamente impossibile.

Coldiretti ha presentato ricorso al Tar contro il Ministero perché la denominazione di “Taggiasca” venga riservata alle olive e agli oli liguri, consapevole del fatto che per ottenere la Dop sarà necessario prevedere il cambio del nome della varietà, poiché la legge vieta che il nome di un a varietà (cultivar) possa apparire in una Denominazione di Origine Protetta. Per quanto possa sembrare paradossale, per salvare la “nostra” Taggiasca bisogna cambiarle il nome. Solo in questo modo i nostri coltivatori, e soltanto loro, potranno scrivere sui vari prodotti che sono stati ottenuti con olive Taggiasche, ed i consumatori avere la certezza che provengono dalla Liguria.

Coldiretti ha invitato tutti gli interessati a discutere serenamente , sulla base di documentazioni scientifiche certe ed inequivocabili (come quella del Parco Tecnologico Padano) lavorando assieme, senza polemiche, a vantaggio di produttori, consumatori ed ambiente, perché se i nostri olivicoltori dovessero affrontare la concorrenza di “Taggiasche” ufficiali prodotte altrove a prezzi
decisamente inferiori, probabilmente molte nostre “fasce” sarebbero abbandonate.

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