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Ventimiglia, nascondeva un panetto di tritolo in cantina: arrestato dalla polizia Rocco Modafferi

Trovate anche cartucce calibro 12 di un fucile da caccia

polizia volanti

Ventimiglia. Aveva nascosto un panetto di materiale esplosivo, probabilmente tritolo, dal peso di due etti, in una scatola che teneva nella cantina di pertinenza della sua abitazione in zona “Biscione” a Nervia: gli uomini della squadra mobile, al comando di Giuseppe Lodeserto, insieme agli agenti del commissariato di Ventimiglia diretto da Saverio Aricò hanno tratto in arresto per detenzione di materiale esplosivo Rocco Modafferi, 55 anni, nato a Gioia Tauro (Reggio Calabria), ma da anni residente a Ventimiglia.

Nel centro del panetto di tritolo era stato praticato un foro per l’innesco, che però non era ancora stato inserito.

L’operazione è scattata all’alba di giovedì: alle cinque del mattino, i poliziotti hanno iniziato a perquisire la casa dell’uomo, pluripregiudicato con alle spalle una condanna nel 2004 per l’omicidio di Mohamed Salah Mejeri il cui cadavere era stato trovato nel letto del fiume Nervia, a Camporosso. A seguito di indagini serrate, gli agenti della squadra mobile della Questura di Imperia avevano risolto il giallo: ad uccidere l’immigrato tunisino erano stati tre operai: Rocco Modafferi e Massimiliano Liotta, coinquilino della vittima.
Oltre all’omicidio, Modafferi ha alle spalle una lunga serie di precedenti penali, alcuni dei quali in materia di esplosivi. Oltre al tritolo, gli agenti hanno trovato e sequestrato anche cartucce calibro 12.

Porto abusivo di armi; una condanna per estorsione negli anni Ottanta, reati contro il patrimonio e una denuncia per fabbricazione e detenzione di materiale esplosivo nel 1992: questi i trascorsi dell’uomo, tenuto sotto controllo dalle forze dell’ordine.

A cosa serviva l’esplosivo? Da dove proveniva? A queste domande dovrà rispondere Rocco Modafferi: al momento detenuto nel carcere di Imperia, ha fornito spiegazioni non verosimili sul possesso del tritolo. Domani mattina è prevista l’udienza di convalida. Sul ritrovamento dell’esplosivo scatteranno indagini approfondite da parte della polizia. A coordinare le indagini è il magistrato Barbara Bresci.

Nell’operazione di giovedì è stato anche denunciato in stato di libertà C.R., coetaneo e compaesano di Modafferi.
In un’intercapedine utilizzata come scantinato, nello stesso stabile in cui è stato rinvenuto il tritolo, il 55enne deteneva un centinaio di munizioni di vario calibro, sia per pistole che per fucili, oltre ad un silenziatore e un caricatore con 15 munizioni “9×21”.

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