Tribunale

Sanremo, segrega in casa la ex compagna: tunisino pregiudicato recidivo patteggia un anno di pena

Ora è in carcere

tribunale

Imperia. Ha patteggiando un anno di pena per sequestro di persona, di fronte al giudice Laura Russo. Ora visto che che è anche recidivo nel reato, è in carcere. L’imputato, un tunisino di 32 anni pregiudicato irregolare in Italia, era stato arrestato dagli agenti di polizia del Commissariato di Sanremo, il 29 gennaio scorso, perché segregava in casa la sua ex compagna. L’uomo era difeso dall’avvocato Ramadan Tahiri. Il Pm titolare è la dottoressa Francesca Sussarellu.

LA VICENDA
L’uomo non accettava la fine della loro storia, interrotta per volere della donna. In realtà non era l’amore che il tunisino anelava ma un matrimonio che regolarizzasse la sua posizione sul territorio italiano. Rabbioso per i continui rifiuti da parte della sua ex compagna al loro ricongiungimento, decide di sequestrarla in casa, chiudendola a chiave.

La segnalazione alla sala operativa del Commissariato è stata fatta dalla cugina della donna, contattata tramite messaggi dalla vittima che appunto le chiedeva di chiamare la polizia affinché intervenisse nel suo appartamento, ove si trovava con il suo sequestratore.

Giunti sul posto i poliziotti hanno chiaramente avvertito la presenza dei due all’interno dell’appartamento ma vani sono stati i loro ripetuti tentativi di farsi aprire la porta suonando al campanello, tanto da costringerli a richiedere l’intervento dei Vigili del Fuoco. Quando l’uomo ha realizzato che non c’era più scampo, si è deciso ad aprire la porta.

Di fronte agli agenti, si è presentata la ventottenne , visibilmente spaventata, che indicava agli operatori di polizia la camera da letto, ove effettivamente si trovava il suo aguzzino.
Interrogato sul perché non avesse aperto la porta, lo straniero si giustificava adducendo la mancanza del permesso di soggiorno. Quindi, intimorito delle conseguenze, aveva cercato di eludere il controllo di polizia.

Solo interloquendo con la donna i poliziotti hanno portato a galla la storia delle violenze subite già da tempo dall’ex compagno, motivate dal fatto che lo stesso non voleva interrompere la relazione perché sperava di regolarizzare la sua presenza sul territorio, contraendo matrimonio. Imponeva quindi la sua presenza e il suo volere alla povera ragazza sanremese fino ad arrivare al sequestro.

La testimonianza delle violenze subite deriva anche dai messaggi vocali che la ragazza ha messo a disposizione degli investigatori: una sequela di ingiurie e minacce, anche di morte.
La donna era intimorita che le minacce potessero davvero concretizzarsi, conscia del passato violento nonché dei precedenti penali del soggetto, pregiudicato per i reati di furto, ricettazione, detenzione di stupefacenti, porto d’armi illegale, violenza sessuale.

Inutile ogni tentativo di fuga della donna. Pochi giorni prima del sequestro – ha raccontato la vittima – aveva cercato di porre fine alla storia andando via di casa, chiedendo ospitalità alla cugina. L’ex compagno, a conoscenza dell’abitazione della parente, la raggiunge, e sotto minaccia, che indirizza anche ai parenti, la riporta a casa. Ed è in quel momento che prende forma nella mente del tunisino il piano di sequestrare l’ex compagna. Dapprima la costringe a trascorrere due notti in un casolare abbandonato ove le infligge percosse con una sbarra di ferro, la colpisce con uno schiaffo alla testa e profferisce la seguenti parole: “tu da qua non esci viva”.

La donna, percependo un concreto timore di essere uccisa, decide di assecondare l’uomo, riuscendo, in un momento di distrazione dell’uomo, a contattare tramite sms la cugina cui rivolge una richiesta di aiuto.

commenta