Troppe morti

Ventimiglia, “Calpestiamo il confine”: il 18 febbraio un “un gesto simbolico di solidarietà” ai migranti

"Occasione di pulire e sistemare il sentiero in modo che non possa più rappresentare un pericolo per chiunque tenti di percorrerlo"

Rivieera24-migranti respinti

Ventimiglia. L’appuntamento è domenica 18 febbraio alle 10.30, davanti all’infopoint Eufemia di via Tenda 8, da qui si partirà alla volta di Grimaldi, percorrendo quella stessa strada che ogni giorni i migranti compiono con la speranza di raggiungere e superare il confine con la Francia. “Calpestiamo il confine”: questo il nome dell’iniziativa organizzata dal “Collettivo Alpino Zapatista” e dall'”Ape Milano”.

“Tra Ventimiglia e Mentone un confine divide in due una montagna”, si legge nella descrizione dell’evento, “Potresti non notarlo camminando tra il paesaggio, spaziando con lo sguardo sul mare. Ma quel confine, chiuso, c’è e uccide. Più di tredici persone in un anno. Provare ad attraversarlo per qualcuno è un sogno. Più di un sogno. Un obbligo imprescindibile. Di là c’è la fine di un viaggio”.

E ancora: “I sentieri tra Ventimiglia e Mentone sono vie semplici, bastano un paio di scarponcini da trekking e un po’ di attenzione per percorrerli. Sono posti bellissimi dove il mare tocca la montagna e si apre su vedute infinite. Qui da tempo i/le migranti provano a passare. Lo fanno spesso al buio, senza conoscere il terreno, senza le scarpe adatte. La polizia francese presidia e pattuglia, blocca gli sbocchi di queste vie. Lo fa solo con chi non ha la pelle bianca. Cerca, caccia, arresta, respinge, anche i/le minorenni. Il Sentiero della Morte dà l’illusione che Mentone sia lì ad un passo. Quasi un miraggio appena attraversata la rete che segna la frontiera. Il terreno però è infido, sbagliare non è difficile e se si cammina dritti verso la città si va incontro ad una scarpata di settanta metri. Chiudere i confini alle persone per spalancarli alle merci genera morte, produce schiavitù, arricchisce le mafie e i trafficanti, uccide la libertà di tutte/i. Crediamo che la montagna sia uno spazio di libertà di vita e di movimento. A cui nessuno può impedire l’accesso e dove non ha senso morire perché si è costretti/e ad affrontarla impreparati/e. Quello che sta succedendo sui monti del confine italofrancese riguarda tutti/e e tocca un senso di umanità che chi vive la montagna sente particolarmente sulla pelle”.

Questo il motivo per cui gli attivisti, domenica 18 febbraio, si raduneranno a Ventimiglia per “calpestare simbolicamente il confine di Ventimiglia”. “Un gesto simbolico di solidarietà” che “offre l’occasione di pulire e sistemare il sentiero in modo che non possa più rappresentare un pericolo per chiunque tenti di percorrerlo”.

 

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