Sanremo, Achille Pennellatore va in pensione: “Sono diventato meteorologo per vincere la paura dei tuoni”

L’esperto meteorologo a fine gennaio lascerà la torretta di Portosole. In questa intervista ripercorre i 40 anni di carriera
Sanremo. Dopo quasi 40 anni in cui dalla sua torretta ha fatto “il bello e il cattivo tempo”, salvando reti di pescatori, rotte di diportisti e anche il Gp Monaco ’97 del Cavallino rampante, Achille Pennellatore lascia Portosole. L’ormeggiatore ed esperto meteorologo a fine gennaio andrà in pensione.
«Sono molto soddisfatto del percorso professionale intrapreso – racconta Pennellatore che a Portosole ha iniziato a scrutare il cielo e a prevederne i mutamenti il 1° novembre 1980 –. Devo ammetterlo, in tanti anni mi è sempre andata bene. Non ho mai fatto errori eclatanti. È capitato di sbagliare qualche previsione, come l’orario di arrivo di una perturbazione, ma fortunatamente non ho mai mandato qualcuno in mare con la calma di vento lasciandolo poi nel mezzo di una burrasca o in balia di un uragano».
Tra le più grandi gratificazioni ricevute in 38 anni di servizio, il nostro Achille annovera «i tanti “Grazie” ricevuti dai pescatori, perché affidandosi al mio bollettino hanno messo in salvo le loro reti. E “Grazie” me lo ha detto pure Michael Schumacher nel 1997. Un episodio molto noto, finito anche sulle prime pagine dei quotidiani nazionali. Il campione doveva correre con la Ferrari al Gran Premio di Montecarlo e richiese la mia consulenza. Gli dissi: “Usa i pneumatici da pioggia, fidati pioverà”. E lui: “Ma c’è il sole”. E io: “Pioverà”. Alla fine mi dette ascolto e vinse la gara. Sono stati anni molto ricchi, dove, tuttavia, non sono mancate note negative».
Una in particolare, finita in tragedia, come lo stesso Pennellatore ricorda: «Erano i primi anni 2000 e a Sanremo partiva una regata che sarebbe poi giunta fino ai Caraibi. La situazione meteo era piuttosto complessa, nel Mediterraneo c’erano depressioni così potenti che sia io che il collega di Meteo France abbiamo ritenuto opportuno sconsigliare il passaggio sul Golfo del Leone. Alcuni ci hanno dato ascolto, hanno fatto rotta più a Sud, costeggiato l’Algeria ed evitato la tempesta arrivando nel porto di approdo sani e salvi. Un’imbarcazione invece non ha badato alle nostre raccomandazioni e, per raggiungere prima delle altre lo Stretto di Gibilterra, è passata proprio sul Golfo del Leone. Sono morte 6 persone, tra cui un meteorologo che era consapevole della situazione».
«Purtroppo questi sono gli inconvenienti del mestiere – sottolinea l’esperto meteorologo –, alcuni non credono a quello che dici. È accaduto con questa regata ed è accaduto in altre occasioni. Come nella grande nevicata dell’86, quando ho suggerito agli agricoltori di prendere gli opportuni accorgimenti per mettere in salvo le colture. Anche in questo caso, c’è stato chi mi ha dato ascolto e non ha avuto danni e chi invece ha perso tutto. È il limite di chi studia e prevede i fenomeni atmosferici», professione a cui il nostro si è avvicinato per vincere la sua paura dei tuoni.
«Ebbene sì – confessa Achille –, la mia passione per la meteorologia è nata perché avevo paura dei tuoni. Da giovane ne ero completamente intimorito e per esorcizzarne il terrore mi sono gettato sui libri, mi sono messo a studiare cosa fosse questo fenomeno che mi faceva scalpitare tanto, come e da cosa fosse provocato. Mi sono così innamorato della disciplina e alle superiori, durante la pausa estiva, per due anni di seguito ho intrapreso un corso di meteorologia organizzato all’Aeroporto di Sestri in collaborazione con l’Aeronautica Militare, conseguendo poi il brevetto di Previsore meteo. Alla fine sono riuscito a combattere la mia paura e adesso sono un “cacciatore di temporali”. Non vado nelle pianure americane come i tormchaser, mi piace molto recarmi in Piemonte o in altre zone della Pianura Padana munito della mia strumentazione per osservare i rovesci più forti e tutti i fenomeni atmosferici che li accompagnano».
Una predilezione nei confronti del tempo e dei suoi capricci quella del giovane Achille Pennellatore che sul finire degli anni Settanta lo aveva già portato ad allestire un’avveniristica stazione meteorologica fra le mura di casa. Fino a che, un giorno, passeggiando fra le banchine di Portosole non venne fermato dal compianto direttore Pierfranco Gavagnin. «Ero solito aggirarmi nei pressi del nuovo porto di Sanremo dove mi recavo appositamente per leggere il bollettino meteo che veniva affisso in bacheca per i diportisti che andavano in Francia. Un giorno Gavagnin mi fermò e mi disse: “Ma cosa ci fa lei sempre qui?”. Gli risposi che ero un appassionato di meteorologia e che avevo una mia stazione a casa. “Davvero?”, mi rispose subito interessato. Dopo poco mi propose di fare un servizio meteo per la società. Accettai entusiasta, mi sembrava di avere fatto il botto, come se avessi vinto alla lotterei. Il 1° novembre 1980 venni assunto. Il mio primo incarico? Sistemare il termometro fuori dalla porta! Mentre il mio primo vero bollettino lo feci qualche tempo più tardi, nel giugno del 1984 se non erro».
Ma in questi 38 anni di servizio presso la torretta di Portosole, Pennellatore non si è solo dilettato nello scrivere il suo bollettino e a registrarlo con l’affabile dire che lo contraddistingue su una segreteria telefonica. Perché «nelle mie canoniche sette ore di lavoro quotidiano, accanto al meteo ho sempre assolto altri compiti. Come ormeggiato, infatti, in tutti questi anni mi sono anche occupato di far attraccare le navi alle banchine, di vigilare solerte sulla loro permanenza nonché sull’intera proprietà. Portosole mi mancherà, ha riempito la mia vita e ringrazio tutti i presidenti che hanno creduto in me in questi anni: da Gavagnin a Suria e Mario Piras, fino a Gianni Cozzi e poi la signora Beatrice Cozzi Parodi. Nonostante andrò in pensione – ci tiene a precisare Pennellatore – non abbandonerò la professione, continuerò a fare le mie previsioni collaborando con altri, come con voi di Riviera24.it. Il tempo che mi resterà a disposizione lo dedicherò a completare la stesura del mio libro sulla storia dei trasporti in provincia di Imperia» .
Insieme alla passione per la meteorologia, infatti, Achille Pennellatore ha sempre nutrito un accesso interesse nei confronti dei mezzi pubblici. Quindi autobus, filobus, treni, funivie a cui ha già dedicato ben quattro volumi. «Forse – aggiunge – troverò anche l’occasione di fare quel viaggio in Venezuela che sogno da tempo. Ho scoperto una località nel sud dell’America che ha lo stesso clima della nostra bella Riviera. Per ora ho accantonato il progetto, il Paese sta attraversando un periodo molto caldo e purtroppo non nel senso meteorologico del termine. Quando sarà passato ogni turbamento, un giorno mi piacerebbe andarci insieme a mia moglie. Vorrei fare sei mesi qui e sei mesi là e vivere inseguendo l’estate».