Tribunale

Imperia, morte di Matteo Maragliotti, il medico di famiglia: “Ho agito correttamente”

Ad ascoltare in aula c'era la madre del quindicenne che morì cinque anni fa

Matteo Maragliotti

Imperia. Nuova udienza per la morte di Matteo Maragliotti, il quindicenne deceduto quattro anni fa all’ospedale di Sanremo. Sotto processo il medico curante Roberta Thomatis accusata di omicidio colposo che oggi è stata ascoltata in aula davanti al giudice Massimiliano Botti. La dottoressa ha spiegato di aver agito correttamente e dopo essersi consultata con i colleghi di aver seguito tutte le prassi per la cura del paziente.

E oggi in aula, durante le quasi tre ore di udienza, sono stati ascoltati anche i consulenti della parte civile Andrea De Maria e Enzo Profumo, Leonardo Cocito, consulente della difesa e Gabriele Rocca in qualità di perito del pm Francesca Sussarellu che hanno spiegato punto per punto la loro diagnosi effettuata sul caso del giovane paziente.

L’udienza è stata poi aggiornata al prossimo 5 febbraio. In aula era presente anche la madre del ragazzo Sabrina Bonfadelli. Il padre Franco Maragliotti, dallo scorso mese di dicembre, è in missione in Sierra Leone.


LA STORIA

Il giovane, secondo l’accusa, nel gennaio 2011, era morto per una infezione celebrale non diagnosticata. Nel mirino è finito il medico curante di Matteo tanto che erano state acquisite dalla Procura le cartelle cliniche e interrogati numerosi testimoni; la perizia del medico legale incaricato dal magistrato ha avuto il compito di individuare eventuali imperizie di coloro che avevano seguito il caso dello studente imperiese.

L’ipotesi accusatoria è che la gravità delle condizioni di Matteo sia stata sottovalutata che il caso sia stato trattato con superficialità, evitando ad esempio, nonostante il sintomo principale accusato dal ragazzo fosse un fortissimo mal di testa, di sottoporlo ad una Tac. La denuncia presentata ai carabinieri che ha fatto scattare l’inchiesta era stata presentata dai genitori di Matteo circa un anno dopo la morte del ragazzo.

In quel lasso di tempo l’infettivologo genovese Enzo Profumo, su incarico degli stessi genitori, aveva eseguito una perizia. Risultati che sono finiti nel fascicolo della Procura di Imperia. Secondo quanto era emerso dall’autopsia all’origine dell’infezione ci sarebbe stata una forte sinusite, che avrebbe iniziato a manifestarsi un mese e mezzo prima del decesso, con il mal di testa come sintomo principale.

Al reparto di malattie infettive di Sanremo, Matteo era stato portato dopo essere transitato ancora una volta dal pronto soccorso di Imperia. Il ricovero era durato solo poche ore: nella notte, le sue condizioni si erano aggravate, l’infezione aveva camminato inesorabilmente. Raggiungendo il cervello. Il quindicenne era entrato in coma. Era stato portato in Rianimazione. Ma il suo cuore, nonostante i tentativi dei medici, aveva smesso di battere.

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