L’incontro

Il vescovo Borghetti: “Diffondere buone notizie significa fare un buon servizio”

Celebrata in Diocesi la ricorrenza di San Francesco di Sales

Imperia.CC’è una pagina di storia non scritta della vita del vescovo Guglielmo Borghetti, da tre anni alla guida della Diocesi di Albenga e Imperia. «Da bambino, insieme agli amichetti, giocavamo a fare i registi e soprattutto a far finita di essere attori e qualcuno anche giornalista. Si davano notizie vere del quartiere. Le fake news non facevamo parte del nostro passatempo». E’ un presule da sempre molto attento alla comunicazione corretta tanto che dalla Toscana alla Riviera di Ponente si è portato dietro quel bagaglio di esperienza da “regista” adolescente curando al massimo la diffusione delle notizie possibilmente vere e verificate della sua Diocesi. Ha ristrutturato anche l’ufficio della comunicazione. Ad affiancare monsignor Giovanni Battista Gandolfo ora c’è anche don Pablo Gabriel Aloy, vicedirettore della comunicazione diocesana e sacerdote a Diano Castello. Più comunicazione perché «diffondere buone notizie – ha sottolineato il vescovo – significa anche fare un buon servizio». Nel giorno di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, il presule toscano da tre anni in Riviera, ha accolto i cronisti nel salone delle riunioni ed ha citato il Papa di ritorno dal viaggio Oltreoceano: «L’efficacia delle fake news è dovuta in primo luogo alla loro natura mimetica, cioè alla capacità di apparire plausibili. In secondo luogo, queste notizie, false ma verosimili, sono capziose, nel senso che sono abili a catturare l’attenzione dei destinatari, facendo leva su stereotipi e pregiudizi diffusi all’interno di un tessuto sociale, sfruttando emozioni facili e immediate da suscitare, quali l’ansia, il disprezzo, la rabbia e la frustrazione. Le notizie false non fanno un buon servizio. Talvolta preoccupano il lettore e chi le ascolta». E’ un concetto che il presule ha sottolineato più volte visto che sulla Diocesi che amministra, in passato, era stata gettata un’ombra di discredito. «L’etica della notizia è sempre importante e fondamentale: una notizia falsa può creare molti danni. Per questo il Papa invita il giornalista a vivere la sua professione in modo professionale, ma parla anche di giornalismo di pace. Vanno evitate quindi notizie palesemente menzognere e false. E’ necessario scrivere con scrupolo e soprattutto fatti veri». Un richiamo forte, ad un altro tema che interessa da vicino la comunità locale, il vescovo l’ha voluto dedicare all’emergenza migranti che riguarda da vicino anche la nostra comunità. «Due anni fa il tema dell’accoglienza ha creato, a volte, anche tensioni. Il 2017, invece, è andato avanti per così dire senza “spargimento di sangue”. Oggi la nostra Diocesi ospita un centinaio di profughi e l’accoglienza è garantita con attenzione e qualità». Capitolo a parte lo ha dedicato alla situazione economica della Diocesi. «Anche in questo caso si sta lavorando con impegno e determinazione per tenere in equilibrio i conti. Avevamo anche una grande operazioni di vendita immobiliare in corso, ma all’ultimo momento chi doveva acquistare si è tirato indietro. Il controllo sulla gestione dei beni della parrocchia è sempre molto scrupoloso tanto che tutte le entrate devono essere rendicontate approfonditamente. Il parroco può tenere per se solo le offerte frutto di messe in suffragio di persone scomparse e, una minima parte, delle offerte per i matrimoni celebrati».

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