La storia

Bordighera, la 18enne Caterina: “Le mie vacanze con i bambini rom dell’Ungheria”

Invece di godersi la pausa scolastica divertendosi con i suoi coetanei ha intrapreso un progetto di volontariato trascorrendo 40 giorni nella cittadina di Nagylóc

Bordighera.  Caterina Biancheri, studentessa di Scienze umane presso l’Istituto “C. Amoretti” di Sanremo, la scorsa estate, invece di godersi le vacanze come tutti i suoi coetanei, ha intrapreso un progetto di volontariato in Ungheria. La 18enne, di origine bordi gotta, ha trascorso quasi 40 giorni al fianco dei bambini di rom di Nagylóc, come ci racconta in questa intervista per R24Young.

Ciao Caterina, perché hai intrapreso un progetto di volontariato in Ungheria?

Sono sempre stata una ragazza disponibile ad aiutare il prossimo e sono sempre andata in oratorio come educatrice. Ho unito questa mia passione a quella del viaggio e ho iniziato a cercare online dei progetti che potessero unire le due cose. Ho trovato, per caso, l’associazione Yap che mi ha permesso di intraprendere questa esperienza. Mi sono così iscritta all’associazione e ho poi scelto uno dei vari progetti proposti in base alla mia aspirazione. Yap, infine, mi ha messo direttamente in contatto con i responsabili.

Come mai hai scelto proprio l’Ungheria?

Non c’è una vera e propria motivazione per cui ho scelto questo paese, ma mi solleticava l’idea di andarci. E, più che altro, qui in Italia non sono molte le occasioni o le iniziative di questo genere, così ho dovuto cercare all’estero, cosa che si adattava benissimo alla mia voglia di viaggiare e di arricchirmi a livello emotivo, linguistico e culturale.

Eri l’unica ragazza della tua età?

Ho lavorato con altri 7 ragazzi e ragazze di diverse nazionalità, tutti più o meno della mia età, con cui dividevo le spese del cibo. Abitavamo insieme nella casa dei volontari (data dall’associazione) e a poca distanza da noi abitavano i due responsabili del progetto. Quest’ultimo poteva essere intrapreso da 6 volontari alla volta e questi sette ragazzi e ragazze li ho conosciuti nell’arco dei 40 giorni in cui sono stata lì. Quello che mi ha colpito molto è stata l’assenza di altri ragazzi italiani.

Con chi hai lavorato? Cosa avete fatto?

In questi progetti si può decidere la fascia di età con cui lavorare, il posto, il periodo e l’ambito. Io ho scelto di lavorare con i bambini rom, in una piccola città dell’Ungheria. Nagylóc. dove sono stata dal 12 luglio al 18 agosto. Io e gli altri volontari, insieme ai bambini, svolgevamo molte attività come il giardinaggio, il bricolage, la cucina, vari giochi, serate all’insegna del teatro o del cinema. Lavoravamo dalle 8 alle 14, dal lunedì al venerdì, con i week-end liberi.

Com’erano le persone? Ti hanno accolto calorosamente?

Le persone erano gentilissime e sono state molto accoglienti. Spesso invitavano me e gli altri ragazzi a mangiare da loro e se per caso dicevamo di “no” si offendevano! Molte volte andavamo alle feste in paese e c’era sempre un clima molto sereno e allegro. Mi sono trovata benissimo con tutti: i bambini, le persone del posto, gli altri volontari. È stata un’esperienza molto costruttiva per me.

Hai in programma qualche altra esperienza di questo genere?

Sì, stavo pensando di andare questa estate in America, per la precisione in Costa Rica, per tre mesi, sempre con i bambini e ancora una volta con Yap.

(Articolo scritto dal team di R24Young sotto la supervisione della giornalista Veronica Senatore. Hanno collaborato Elisabetta Mazzocchetti e Simone Altobelli dell’Istituto C. Amoretti – Sanremo)

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