Fine indagini

Banca Carige: ostacolo a Bankitalia, chiesto processo ad Alessandro Scajola

Il fratello dell'ex ministro Claudio Scajola

Alessandro Scajola

Imperia. Ostacolo all’attività di vigilanza di Bankitalia e Consob e aggiotaggio. Sono questi i reati formulati dalla Procura di Roma che ha chiesto il rinvio a giudizio di dieci persone, tra ex vertici e componenti del cda di Banca Carige spa.

Tra gli imputati finiti nel mirino del pm Mariarosaria Guglielmi e del procuratore aggiunto Rodolfo Sabelli ci sono l’ex presidente dell’istituto di credito Giovanni Berneschi, l’ex direttore generale Ennio La Monica, l’ex condirettore generale e responsabile della direzione amministrativa Dario Bagnasco e poi l’ex vicepresidente del CdA Alessandro Scajola (ex sindaco e parlamentare), fratello dell’ex ministro Claudio, e l’ex consigliere Luca Bonsignore, figlio dell’eurodeputato del Pdl Vito.

Stando alla Procura, che aveva dato incarico alla Guardia di Finanza di svolgere tutti gli accertamenti, nel 2013 gli imputati in concorso tra loro hanno attuato “un disegno criminoso” che avrebbe consentito loro di nascondere la reale condizione finanziaria di Banca Carige: per non perdere la clientela, in particolare, avrebbero fornito false informazioni agli organi di vigilanza, Bankitalia e Consob, allo scopo di evitare una ricapitalizzazione da 800 milioni di euro.

Quanto al reato di aggiotaggio, Berneschi, Scajola, Bonsignore e altri quattro avrebbero veicolato, tramite un comunicato stampa, notizie non corrispondenti al vero sulla situazione finanziaria, con l’obiettivo di “incidere sull’affidamento riposto dal pubblico sulla stabilità patrimoniale”.

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