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Cervo, una figura realistico-metafisica che regala una grande scatola di colori a matita ed a pastello

1 dicembre 2017 | 06:41
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Cervo, una figura realistico-metafisica che regala una grande scatola di colori a matita ed a pastello

Un gran ritratto che pare cogliere l’anima di questo borgo, il suo profilo, il suo carattere

Cervo. Quando penso a Cervo mi trovo in quel mosaico sovrapposto, in cui le mattonelle del domino cadono dalla scatola.

Eppure è un disordine organizzato subito, ma sciolto come in una cascata, goccia dopo goccia, che subisce un’ulteriore evoluzione assumendo quella compostezza nitida e straniata, proprio di una risacca d’onda di tramontana. È una figura realistico-metafisica, mentre il colore si arricchisce di tonalità più calde e contrastate: giallo, rosa, bianco.

Cervo regala una grande scatola di colori a matita ed a pastello. Il mio desiderio nel descriverlo coglie e mutua un desiderio di Felice Casorati, nel 1911, che scrisse:

“Vorrei saper proclamare la dolcezza di fissare sulla tela le anime estatiche e ferme, le cose immobili e mute, gli sguardi lunghi, i pensieri profondi e limpidi, la vita di gioia e non di vertigine, la vita di dolore e non di affanno”.

Un gran ritratto che pare cogliere l’anima di questo borgo, il suo profilo, il suo carattere. Vorrà scusarmi questo grande artista, il cui amore per Cervo è noto e comprovato, allorquando lo scelse per soggiornar.