Liguria, tavola rotonda su turismo e benessere per un progetto di qualità

30 novembre 2017 | 17:11
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Liguria, tavola rotonda su turismo e benessere per un progetto di qualità
Liguria, tavola rotonda su turismo e benessere per un progetto di qualità
Liguria, tavola rotonda su turismo e benessere per un progetto di qualità
Liguria, tavola rotonda su turismo e benessere per un progetto di qualità
Liguria, tavola rotonda su turismo e benessere per un progetto di qualità

“Il progetto che presentiamo parte da una riflessione tra la categoria UIL del commercio, turismo e servizi (UILTuCS Liguria), la UIL Pensionati della Liguria e la Confederazione UIL Liguria sulla Silver Economy”

Liguria. Verranno distribuite 70 copie di una nota, in occasione della tavola rotonda, sul progetto per migliorare la qualità del turismo e benessere. “Il progetto che presentiamo parte da una riflessione tra la categoria UIL del commercio, turismo e servizi (UILTuCS Liguria), la UIL Pensionati della Liguria e la Confederazione UIL Liguria sulla Silver Economy.

La volontà della UIL Confederale è quella di non terminare, con l’occasione del 30 novembre, il laboratorio di idee utili a creare un volano positivo per l’economia e l’occupazione della nostra regione ma proseguire con altre occasioni di approfondimento dei vari temi (edilizia, sanità pubblica e privata, trasporti e infrastrutture, ecc.) insieme alle varie Categorie della nostra Organizzazione, le quali seguono i singoli comparti” – spigano gli ideatori.

Si riporta la nota:

“IL CONTESTO

A seguito di stimoli da parte del Sindacato, sia Confederale che di Categoria, la Regione Liguria ha aperto una discussione atta ad approfondire tutte le idee utili ad elevare, in primis, lo standard qualitativo del comparto turismo nella nostra regione, cercando così di allungare sempre di più la stagionalità (annoso e atavico problema) e di conseguenza il numero e la durata dei rapporti di lavoro nel comparto.

Purtroppo, i dati ci dicono che, pur in presenza di risultati mediamente soddisfacenti, con luci e ombre in termini di presenze e arrivi, nel periodo gennaio\settembre 2017 in rapporto allo stesso periodo del 2016 (fonte Osservatorio Turistico Ligure) vi è stato un aumento del 4,66% degli arrivi di cui il 2,58% nelle strutture alberghiere e il 10,09% nell’extralberghiero, mentre in termini di presenze si è determinato un incremento del 2,8% (13.801.611 turisti) di cui lo 0,80% nelle strutture alberghiere e il 6,48% nelle strutture extralberghiere.

Per cui possiamo ben vedere che nella nostra regione si ha un forte squilibrio verso le strutture extralberghiere in confronto alle alberghiere e solo questo dovrebbe portare tutti ad una profonda riflessione.

Attenzione, nessuno ed in particolare il sindacato vuol denigrare o sminuire le attività extralberghiere che spessimmo sono condotte in toto da piccoli imprenditori a livello familiare ma, in una regione come la nostra, dove il turismo di “qualità” dovrebbe essere al primo posto come strutture (non che le extralberghiere non siano di prima qualità ma ovviamente sono una cosa diversa da un HOTEL), qualche domanda del perché non sia così, dovremmo porcela. Ma questo fenomeno si riverbera sul metro che noi utilizziamo, ossia le assunzioni nel settore e purtroppo i dati che ci vengono forniti sono lo specchio di una situazione tutt’altro che rosea.

Le assunzioni annuali nelle attività di servizi di alloggio e ristorazione, dal 2012 al 2016, hanno visto le seguenti dinamiche (fonte ISTAT – Repertorio ALFA):

una decrescita, passando dalle 64.234 del 2012 alle 48.430 del 2016.
Nel 2016 il volume delle assunzioni nei servizi di alloggio e ristorazione pesava il 21,42% su tutti i settori.
Come luogo di provenienza degli assunti, Genova nel 2016 la faceva da padrona con il 49%, seguita da Savona con il 18%, Imperia con il 14%, la Spezia con il 12% e un 7% da fuori Liguria.
Il 71% delle assunzioni (34.382) sono state effettuate a tempo determinato, il 9,9% per contratti da lavoro intermittente, il 7,1% per contratti di apprendistato e solo l’11% sono state assunzioni a tempo indeterminato.
Come livello di scolarità degli assunti, il 49% delle assunzioni hanno riguardato persone con la sola licenza media e solo il 1,2% era laureato.
Il 42,5% erano camerieri, il 16,1% cuochi, il 10% baristi.

In questo contesto, nei mesi scorsi, da parte della Regione, si è costituito il “TAVOLO PER IL TURISMO NELLA REGIONE LIGURIA” formato da Assessorato Regionale al Turismo e tutte le Parti Sociali interessate al settore.

Obiettivo primario che si è posto il tavolo è stato quello di creare un laboratorio di idee così da rendere stabili i positivi dati sulle presenze di turisti nella nostra Regione, in particolare attraverso l’innalzamento del livello qualitativo delle strutture ricettive e di servizio rivolte ai turisti.

Primo concreto atto, nel mese di luglio scorso, è stata deliberato un apposito fondo di cofinanziamento rivolto alle imprese del settore turistico, atto ad elevare la qualità delle strutture presenti, in particolare attraverso l’inserimento nelle stesse di maggiori servizi (SPA, abbellimento, ecc.) avendo quale fine ultimo l’innalzamento delle stelle. Nel punteggio preso a riferimento per la graduatoria, il lavoro diretto e non appaltato, la formazione di qualità rivolta ai dipendenti, sono stati considerati quali elementi centrali (alla fine pesano per 2\3).

In contemporanea, l’Assessorato alla Formazione, aprendo un parallelo tavolo con le Parti Sociali, ha dichiarato la disponibilità d’istituire un bando ad hoc per elevare lo standard qualitativo delle figure professionali nel turismo e creare anche nuove figure, richieste da un mercato sempre più in evoluzione.

A luglio scorso, la regione ha finalmente legiferato sulla modalità per la certificazione delle competenze e finalmente, a breve, si potrà avere un giusto metro che metterà in condizione anche i lavoratori liguri di poter certificare adeguatamente le proprie esperienze sia di lavoro che formative.

Inoltre, l’Agenzia per il lavoro ALFA ha iniziato, insieme alle parti sociali, una verifica del repertorio delle figure professionali Liguri, così da renderlo omogeneo con quello nazionale ma, in particolar modo, coerente con le esigenze del mercato del lavoro che, anche in ambito turistico, in questi anni è cambiato molto.

La speranza del Sindacato è quella di superare, nelle assunzioni, il passa parola approdando ad un incontro tra domanda e offerta “maturo” che veda il merito e le esperienze del singolo, quale fattore primo.

Certo, sul versante dell’incontro della domanda e offerta di lavoro molto lavoro sa da fare e, la venuta meno delle Provincie non ha certo aiutato i centri per l’impiego che stanno vivendo un momento di profonda crisi ma siamo fiduciosi che, superato questo momento d’impasse, si potrà vedere un nuovo vigore, adeguato ai tempi e alle richieste del mercato.

Ma in questo ambito anche le parti sociali possono fare la loro parte, candidandosi, attraverso la Bilateralità a dare il loro apporto.

In Toscana e più precisamente a Firenze, gli Enti Bilaterali di settore sono un esempio virtuoso di messa a disposizione delle esperienze delle Associazioni Datoriali e dei Sindacati per creare occupazione. Ogni anno vengono collocati nelle Imprese che ne fanno richiesta, dopo un’attenta selezione, oltre 20.000 addetti. Ventimila lavoratori che spaziano dal cameriere allo chef, dalla cameriera ai piani alla governante, dal portiere al direttore di Hotel. Negli anni, su questo fronte, gli Enti Bilaterale Toscani hanno ricevuto la certificazione e autorizzazione da parte della regione per svolgere questa attività anche in collaborazione con lei. Un esempio virtuoso da copiare.

Quindi, come abbiamo visto, vi sono tutte le condizioni, se vogliamo, per andare “oltre”.

Ma in questo contesto, la nostra Organizzazione ritiene che vi siano ancora elementi sottovalutati che possono essere ulteriori chiavi di volta per stabilizzare e, auspichiamo, incrementare i numeri di arrivi e presenze, andando ad agire anche sul fattore “allungamento” della stagione. Questo perché abbiamo la fondata convinzione che, passato questo momento internazionale critico, legato ad attentati i quali, fortunatamente, ad oggi non hanno interessato il nostro paese, vi sarà un forte ridimensionamento dei numeri del settore, determinato dalla nuova migrazione di turisti nelle mete che negli anni passati hanno visto erodere, sempre più, il nostro mercato grazie ad un offerta vantaggiosa e spesso di buona se non ottima qualità, in particolare rivolta al turista che cerca il mare per le proprie vacanze.

Uno tra tutti, è la scarsa attenzione che oggi le Imprese del settore della nostra regione rivolgono al turista benestante con elevata capacità di spesa, in particolare, al turista anziano benestante (una Silver Economy di alta qualità e alta redditività) e ai propri famigliari, con particolare riferimento a chi proviene dall’estero (nella sola Europa, si prevede che nel 2030, un quarto della popolazione avrà più di 65 anni).

Su tale fronte, riteniamo che si debba affrontare il tema del recupero di strutture ricettive presenti nella nostra regione, in particolare a ponente perché offre, purtroppo, caratteristiche che potrebbero in questo caso agevolare il progetto, ossia, solo per citare le più salienti: molte strutture abbandonate, vaste aree decretate come “aree di crisi industriali complesse” le quali permettono tutta una serie di opportunità irripetibili per chi vuole investire, un clima a tratti più stabile, la vicinanza con l’aeroporto Internazionale di Nizza, una minor industrializzazione nel tempo, una cultura verso il turista anziano, maggiore che in altre zone della Liguria.
Il nostro progetto vede quale cardine, un’offerta di alta qualità, rivolta al turista, anche non completamente autosufficiente e alla propria famiglia, durante tutto l’anno, attraverso un’adeguata rete di servizi posti al centro di strutture ricettive di alta qualità (quattro e cinque stelle).

Servizi legati al benessere della persona (SPA, Talassoterapia, elioterapia, fisioterapia, assistenza medica anche di carattere psicologico ed infermieristica attraverso personale altamente qualificato, attività motorie, riabilitazione, animazione mirata, regimi alimentari, ecc.) i quali diventano uno dei validi motivi per scegliere la Liguria come destinazione anziché altre mete; mete spesso vicino a noi (vedi la Costa Azzurra a cui nulla abbiamo da invidiare se facessimo un salto in avanti pensando “alto”).

La recente ricerca “BE – ITALY” (20 novembre 2017) dell’ENIT – Ente Nazionale del Turismo, commissionata a IPSOS ha posto, ad un campione significativo a livello mondiale la seguente domanda: “se vincesse una vacanza premio all’estero dove vorrebbe andare?” Ebbene, in rapporto agli intervistati, il 37% della popolazione mondiale (ossia 2 miliardi e ottocento milioni di persone su 7 miliardi 550 milioni di popolazione mondiale) ha risposto “Italia”; tra questi il 41% era di ceto elevato con alta capacità di spesa (1 miliardo e 145 milioni di persone), il 32 % era Americano e il 31% Australiano.

Il 29% della popolazione mondiale, di cui il 45% è riconducibile ad una popolazione di ceto elevato con alta potenzialità di spesa, dichiara di aver pianificato un viaggio in Italia nei prossimi 5 anni.

Nella ricerca, tra le regioni più conosciute, la Liguria si pone come fanalino di coda con un 10%.

Sempre dalla ricerca emerge che gli elementi di attrattività stanno cambiando, dall’arte e della cultura si sta passando alla moda, al lusso allo shopping e all’orientamento verso valorialità di esperienze sul territorio.

Inoltre si evidenzia un ampio margine di crescita per un turismo “diverso”, diffuso e sostenibile (borghi, paesaggi, percorsi eno – gastronomici).

UNA FONTE A CUI BISOGNA SOLO ANDARE PER POTER ATTINGERE

Nel nostro progetto, vediamo: territorio, attività e strutture le quali dovranno garantire qualità e varietà nei confronti dell’utenza a cui si rivolgono, aprendo le opportunità anche a chi risiede o potrebbe scegliere la Liguria per risiedere stabilmente (potrebbe essere uno stimolo per scegliere la nostra regione per il buon ritiro).

A tal fine, riteniamo che centrale sarà la qualità degli addetti che dovrebbero operare in tale contesto, non solo quello turistico ma anche quello del tessuto commerciale e dei servizi.

Un territorio che parla la stessa “lingua” che “pensa” alto, con obiettivi ambiziosi, volano di occupazione e benessere diffuso.
Un modello integrato ossia un modello sinergico che dovrebbe vedere, alla fine, non solo un’elevazione dello standard qualitativo delle strutture ma anche del territorio in cui operano (vi deve essere solo una Portofino ????).

Per cui, la formazione del personale è fattore primo, riteniamo ancor prima delle strutture.
Eccellenti strutture con una scarsa qualità di chi vi lavora o del territorio in cui sono poste è il peggior biglietto da visita che si può dare se si punta in alto.

Ma come dicevamo, un modello “integrato” necessita di un territorio che pone la massima attenzione ad offrire elevati standard anche delle proprie infrastrutture cittadine (devono essere agevoli e con una mobilità accessibile veramente a tutti), nei collegamenti, nel tessuto commerciale e nei pubblici esercizi.

Sulle infrastrutture cittadine, peccato sarebbe quello di perdere l’ennesima occasione da parte dei Comuni Liguri che, grazie al progetto “Bandiera Lilla”, entro aprile 2018, aderendovi, si possono adeguare agli standard PEBA (Piano Eliminazione Barriere Architettoniche) accedendo a finanziamenti ad hoc.

Il nostro progetto vede l’opportunità della famiglia che accompagna l’anziano benestante, anche non completamente autosufficiente, di poter serenamente godere delle attrattive, del clima e delle possibilità date dal territorio (escursioni, mare, entroterra, sport, cucina, relax, ecc.), senza avere lo stress di cosà troverà o non troverà il loro congiunto.

Come già detto, l’utenza a cui rivolgersi è principalmente quella fuori dalla nostra regione ed in particolare quella straniera, pertanto occorre, in questo ambito, avere veramente il coraggio di affrontare il tema dei collegamenti tra la nostra regione e il resto del mondo.

Le strategie delle pubbliche amministrazioni nei singoli territori dovranno, in tema di arredi, zone a traffico limitato, collegamenti e viabilità, pubblici esercizi e commercio avere un’attenzione particolare, tenendo sempre di conto che saranno rivolti anche ad una fascia particolare di utenza quale quella degli anziani o diversamente abili.

Occorre strutturare un “sistema territoriale sinergico” che metta in asse tutti i fattori, così da rendere appetibile l’offerta, anche a costi elevati per chi ne vuole usufruire, sfidando il tema della stagionalità che, ancor più negli ultimi anni, ha compresso in periodi stretti (unica in controtendenza è Genova che ha puntato tantissimo alla cultura e i dati le stanno dando ragione) la possibilità di fare economia attraverso il turismo, con tutto quello che ne consegue sull’occupazione e l’economia dei singoli territori.

Dobbiamo essere consapevoli che la nostra regione (se mai avessimo il dubbio) non potrà mai puntare ad un turismo di “massa” ma si può tranquillamente candidare ad un turismo in buona parte di “élite”, questo senza perdere la sua natura “semplice” e “genuina”. Anzi sfruttando le sue caratteristiche dove il “piccolo” e “curato” diventa un fattore di forza e non un fattore negativo (il nanismo delle Imprese Italiane oggi più che mai è uno svantaggio nel sistema economico globale).

Da ultimo vogliamo evidenziare alcuni elementi di ulteriore riflessione e stimolo:

I dati che ci vengono forniti evidenziano che si vive di più ma spesso non in perfetta salute, questo spesso comporta il timore di muoversi dalla propria residenza per paura di non trovare un’adeguata assistenza.

Il piano del turismo 2020 – Regione Liguria, partendo da un’attenta analisi, prevede molte linee d’intervento per far si che il turismo diventi sempre più importante nell’economia generale della regione, ma dimentica il “benessere” della persona quale importante elemento.

Nei vari progetti non si menziona mai la semplificazione e velocizzazione burocratica quale elemento fondamentale. Oggi più che mai, in un’economia che va a mille, dove un progetto dopo sei\dodici mesi rischia di essere vecchio, semplificare e dare certezza dei tempi alle Imprese che vogliono investire, diventa fattore dirimente. In questo caso i Comuni hanno l’onere di prendere impegni precisi in tal senso.

La tanto osteggiata “tassa di soggiorno” può essere elemento di forza se utilizzata in parte ai fini di cui sopra e non per ripianare “buchi” delle singole amministrazioni (bene sarà l’applicazione del protocollo regionale sottoscritto da moltissimi Comuni). Certo, come Sindacato chiediamo quanto meno un coinvolgimento per comprendere, preventivamente, le azioni e i progetti che verranno messi in campo con tale risorse pubbliche.

Occorre spingere al massimo, agevolando e credendo nella sinergia tra Aziende per la costruzione di “reti d’impresa”, che vedano coinvolti Imprenditori dell’hotelleria e Imprenditori del socio – sanitario, della cura e benessere alla persona; questo diventa un altro fattore importante nel progetto prospettato. Riteniamo che ogni Imprenditore debba dare il meglio di sé, mettendo in campo le proprie esperienze, a disposizione e in sinergia con altri che seguono ambiti diversi (ognuno nella sinergia fa quello che sa fare meglio).

Il Sindacato e le Associazioni che rappresentano le Imprese, devono trovare punti di convergenza per far si che vi sia una contrattazione territoriale di settore la quale permetta alle Imprese che vogliono investire, di non temere, nella fase di start – up, di appesantirsi di costi certi, nell’incertezza dei volumi di attività e fatturato.

Si deve affrontare il tema dell’attrarre il turista oltre i confini Europei. In particolare gli americani che nel tempo hanno investito sulle polizze home care e che, arrivati al termine della propria vita lavorativa, hanno un forte potenziale di spesa che possono portare dove meglio credono (vedasi la spagna che su questo fronte ha catturato una vasta platea di Americani).

Chiariamo che non vogliamo un territorio di soli anziani, ma vogliamo che in particolare gli anziani “con alta capacità di spesa” diventino un’opportunità (silver economy); pertanto occorre una vera gabina di regia che permetta di mettere insieme tutti i pezzi del puzzle così da creare un quadro sinergico.

Il turismo non è una fabbrica che si può spostare con facilità; tanto si parla di INDUSTRIA 4.0 perché non parlare di INDUSTRIA TURISTICA 4.0, un’industria turistica che guardi “oltre”.

Con questo progetto, se capito e messo in opera, potremmo candidare la Liguria a diventare laboratorio sperimentale nazionale.

Una Liguria che può diventare, avendone tutte le caratteristiche e potenzialità, una “destinazione integrale, multiprodotto ed esperienziale”.

Occorre CORAGGIO, dobbiamo veramente passare dal DIRE al FARE perché di PUO’ e si DEVE”.